ALLEYWAYS – Thank God It’s Doomsday – Recensione

Quest’oggi recensirò “Thank God It’s Doomsday”, l’album di debutto della band pop punk italiana Alleyways.
Il gruppo si presenta con il suo primo full-length contenente 12 tracce melodiche ed energiche di un genere che come base ha senz’altro il pop-punk ma che qua e là conta varie influenze punk rock e alternative rock. I ragazzi si basano soprattutto su melodie catchy impreziosite da una seconda chitarra che spesso e volentieri fa giretti o assoli molto belli sotto la classica impalcatura degli accordi power. La voce principale mi piace parecchio anche per via del timbro che ci sta veramente bene con la musica, mentre i cori in alcune canzoni sono fatti in scream (il che non mi fa impazzire anche se è usato in maniera intelligente dato che viene usato nei pezzi “giusti”) ma generalmente sono puliti.
Il disco è piuttosto omogeneo e i suoni sono decisamente validi. Il pezzo che più mi ha colpito sicuramente è “Around Us”, una spanna sopra gli altri. Unico difetto è che il disco si conclude con tre ballad di fila che personalmente avrei piazzato in punti strategici e non una dietro l’altra ma senza ombra di dubbio il disco è ottimo e mi sento assolutamente di consigliarlo!

TRACKLIST CON VOTI:
1.Lost In A Dream 7,5
2.Around Us – 9
3.Brain Drain – 7,5
4.Times Change People Don’t – 7,5
5.Breathless – 7
6.The Way You Lie (Broken Dreamer) – 7
7. Weekend – 8,5
8.Way Out – 7,5
9.Life-Ride – 8,5
10.Underwater – 7
11.Fragile – 8,5
12.The Hardest Part – 7,5

VOTO ALBUM: 8

FRASE CHIAVE:
“Maybe we believe in something wrong
Cause times change but people don’t.”  – Times Change People Don’t