L’ ORDEGNO – L’ Ordegno – Recensione

L’aria salmastra di Trieste ci trasporta un gradevole profumo d’amor e d’anarchia ed utilizza come tramite il primo lavoro dei L’Ordegno, band hardcore dedita a trasmettere l’ideale libertario tramite testi ascrivibili ad un’eccellente poetica punk.
L’espressività ed il talento sul piano tecnico del quintetto sono sorprendenti, se pensiamo alla sinora breve (ma ci attendiamo lunga) vita della band.
Le liriche, estremamente dirette, sono di indiscutibile scuola crassiana (“Ma ora la violenza non è tra le mie opzioni/Non voglio aprirti la testa/Per inculcarti un nuovo mondo” proclama “Confronto”, “Sento uscire dell’aria dalla tua bocca/Analisi d’altri per farti gigante/Quando sai bene chi hai davanti”), come il pezzo omonimo ci lascia intendere senza alcun dubbio tra uno stacco e l’altro (“Non Credere allo Stato/Non credere ai mass media/Non credere ai loro servi”).
Ma le citazioni di storici gruppi certo non terminano qui: “Doom” è un chiaro riferimento alla storica band crust britannica. “Borghesi”, cover degli Obiezione, è una feroce invettiva di sana rabbia proletaria (“Vi odio borghesi/Tutti belli e impellicciati/Con le vostre BMW e tanti soldi riciclati/Sporchi affaristi e fottuti sfruttatori”).
Il quintetto nel booklet fornisce una spiegazione in merito al nome scelto, alquanto curioso, che non si può non esplicare in sede: in triestino la parola ordegno indica un utensile specifico atto a portare a termine un lavoro, e la band dichiara che nella loro visione rappresenta un mezzo per giungere a qualcosa di preciso e definito.
Il cd è dunque il loro contributo alla speranza che un giorno vi sia una scena punk impegnata cittadina più ampia, un germoglio da cui si spera altri traggano linfa vitale per contrastare l’apatia che ci circonda, consuma e deprime.
L’invito a supportare la causa di questi ragazzi è categorico, affinché possano piantare radici ben salde nello sgradevole tessuto reazionario e bigotto di questa splendida città di confine e spezzarne i marci filamenti.
Non dimentichiamo che un sassolino che rotola in alcune occasioni è l’annuncio nientemeno di una futura frana.

TRACKLIST CON VOTI:
1. La Vita è Una Severa Maestra 7.5
2. Confronto 7
3. Doom 6.5
4. Mi Nutro di Te 6.5
5. Vittima 6
6. Crass 8
7. Pareti Luccicanti 7
8. Borghesi 7.5
9. Sale Nero 7.5
10. Domani 7

VOTO ALBUM: 7

FRASE CHIAVE:
“Anarchia non è caos,
Anarchia è organizzazione
Mutuo appoggio tra le popolazioni
Anarchia non è violenza
Anarchia è convivenza
Anarchia è fantasia
Anarchia è autogestione” – Crass

Recensito da A.E.
Tradotto da S.C. e J.L.