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Distruggi La Bassa 2022: report e foto

Report e foto del Distruggi La Bassa 2022 tenutosi all’Agriturismo Ai Due Laghi in provincia di Ferrara

Siamo tornati finalmente con i live report e quale occasione migliore se non il Distruggi La Bassa? Dopo questi anni di stop forzato, abbiamo avuto la possibilità di tornare a uno dei festival che ci accompagna dai primordi di Radio Punk quindi ci teniamo a ringraziare calorosamente Monta, che sin dall’inizio ha creduto nel nostro progetto, e tutta la crew del DLB. 

Quando torni a casa sporcə, sudatə, stancə ma felice come poche volte, sai di essere appena tornatə dal Distruggi la Bassa! 

E ora partiamo con il report scritto a ben 6 mani, proprio come le scorse edizioni!

Rewind…

Friuli, venerdì mattina: Spegni tutto di corsa al lavoro, carica la tenda in macchina e via, spariamoci queste ore di macchina per raggiungere uno dei più bei festival d’Italia. Appena arriviamo un saluto a Monta e alla crew è d’obbligo prima di perderci tra quattro bestemmie e i picchetti della tenda. In ogni caso, riusciamo a sistemare tutto e ci fiondiamo direttamente al bar per il primo sguazzo e per iniziare il giro di saluti. Perché oltre alla musica – sempre di qualità – il bello di queste realtà è che ritrovi tutti gli amici conosciuti negli anni proprio a fest come il Distruggi. E cazz, dopo questo tempo di pausa è proprio bello ritrovarsi tutti!
E quindi via di saluti e sguazzi per festeggiare!
Bologna, anzi Bolognina, venerdì mattina: Siamo già sudati prima di partire, Bologna è la città più invivibile d’Italia in estate con i suoi 800 gradi centigradi e l’umidità dell’Amazzonia. Carichiamo il pandino old school classe 2001 con tutta la distro: arriveremo indenni o ci scoppierà una gomma per il peso? Il nostro fedele mezzo di trasporto ci fa arrivare sani e salvi verso l’orario di pranzo quando iniziamo a montare il nostro banchetto vicino ad Agripunk, Ostia Records e Hellnation. Tra un saluto e l’altro, svariate birre e chiacchiere preoccupate del meteo che neanche Giuliacci siamo qui pronti e scattanti dietro al nostro banchetto!

Ma come dicevamo, siamo qui anche per la bella musica e si parte quindi con la prima band del venerdì, i Milksnake! Un bel modo di iniziare il fest, come sempre la band è carica con il loro punk hardcore: si pesta sulla batteria, chitarre veloci e la voce scratchy come piace a noi!

Si continua sul palco grande con gli Obscene Revenge, altra band italiana tiratissima, street punk di alto livello. Giusto giusto per scaldare l’ora dell’aperitivo! 

Finisce uno, inizia l’altro, ecco perché nel corso di questo report vedrete pochi racconti di quello che accade tra una band e l’altra dato che i due palchi si susseguono senza sosta! Il Complesso, con il loro street punk vecchia scuola delizia i palati dei punk e skins presenti, con tanto di stage diving di Dario, il cantante, su “If The Kids Are United” che corona un live di cuore.

E insomma tra una chiacchiera e l’altra arrivano sul palco i Mother, da Venezia con il rock mix di surfer punk, alt rock e un pizzico di hardcore. È sempre un piacere rivederli e farsi cullare dalla loro musica.

Corriamo al palco rasoterra dove gli Stanis da Bologna ci deliziano col loro punk rock / melodic hardcore tecnicissimo e come direbbe Cicco, il loro batterista, che fa della gran busseria (tupa tupa velocissimo e via andare!). Grandissimo live, tanto che parlando con un regaz che non li aveva mai visti ci fa “fighissimi, sono i Propagandhi de noaltri!”

Torniamo sul palco principale per la prima band “from abroad” del fest, i Chaser. Un classico melodic hardcore per la band di Orange County. Sì insomma, lo sappiamo che un bel po’ di minuti in compagnia di melodic hardcore/skate punk non fa mai male, e la band tiene il palco iniziando a infuocare i nostri cuori. Una bella carrellata di canzoni, tra cui anche dall’ultimo album, Dreamers.

Zëne: devastanti! punk rock n roll con Beja, anche lui pandista come noi, che è un frontman di Cristo! Sempre bello rivedere la band veneta, attitudine!!!

Neanche un secondo di pausa e subito partono i Cattivo Sangue che con il loro oi!/street punk dal sud Italia conquistano subito i presenti coinvolgendoli con i loro ritmi incalzanti. Grandi cori, bella partecipazione e gruppo che dimostra di avere una consolidata intesa. Il loro ultimo album “Sulle Barricate” è veramente una bomba!

Ed in un lampo si arriva alla tripletta finale della prima serata: Mele marce, Klasse Kriminale e Plakkaggio. Dubito che servano parole di introduzione per queste tre band che da anni ormai scaldano i nostri cuori e ci fanno cantare sotto palco. Con un buona dose di Oi! e sferzate street punk ci godiamo sia la band di Reggio Emilia sia i Klasse Kriminale prima di concludere con i grandissimi Plakkaggio e il loro hardcore che vira al metal e che dopo tutti questi anni rimango davvero una delle band più di cuore e amate che ci siano sulla scena. 

Tanta tanta mentalità e storia concludono quindi questa giornata di live!

A fine concerto dietro al nostro gazebo non è mancato il consueto simposio sugli ABRUPTUM e la superiorità della birra in lattina con Chris e Gabriele dei Plakkaggio.

Naturalmente la festa non finisce con i gruppi on stage, altrimenti che festa è? E dunque perché non gironzolare fino all’alba, tra nuovi amici, sguazzone (lo so, è la parola più frequente di questo report), risate, una gita al lago mattutina. Con le gambe che non reggono più torniamo in tenda per ricaricarci per il giorno due…

Giorno due che inizia con un giro tra le varie distro e i banchetti del cibo. Perché è una parte fondamentale di questi festival, se la musica è l’anima, ci vogliono anche le persone di cuore che si sbattono a produrre maglie, toppe, libri, a portare in giro dischi, testimonianze e molto altro ancora. Prima di iniziare a parlare delle band, è doveroso segnalare anche la presentazione di Lexicon Devil, libro sulla leggendaria vita di Darby Crash, presentato da Andrea Valentini e Roberto’ di Hellnation. Un’interessante scoperta su uno dei frontman più controversi della storia punk. 

La prima band di questa lunga giornata è in realtà un duo, Menagramo, acoustic folk punk incazzoso che è proprio quello che ci vuole per iniziare la giornata col botto. 

Ad inaugurare il palco grande del day 2 ci pensano i Debunk da Reggio Emilia che con il loro furioso punk rock / street punk scalda per bene il pubblico!

Sempre sul palco grande partono i Caged, metalcore/hardcore vegan straight edge di grande impatto. Melodia, violenza e tanto contenuto sociale e politico. Grandi!

Si torna sul Booze stage per i MuD e il loro sound of the province, ovvero hardcore/metal sbattuto in faccia potentemente. Una bella botta di energia! Set brevissimo per cause di forza maggiore, ma che presa bene regà. Sempre bello rivederli!

Come in un match di ping-pong si torna dalla parte opposta che partono i Rake-Off. La band thrash metal/hardcore ci presenta il nuovo album “Obserbing Madness” con una carica spaventosa e un set velocissimo ma intensissimo!

I My Own Voice da Milano sono una band assolutamente sottovalutata ed è stato davvero un piacere poterli vedere in un contesto simile. Anche qui scaletta super breve ma di cuore e qualità. 

Sempre sul main stage troviamo una presenza stabile della zona, i Riot Squad, che con il loro hardcore puro e diretto come si fa a non volergli bene. Sempre una sicurezza. Ringraziamo ancora Janz per le chiacchiere da colleghi spillettari!

Sul Booze stage invece troviamo una vera sorpresa, i Corpo Estraneo. Da Bologna, propongono un hardcore velocissimo influenzato da spiritualità e krishnacore. Davvero una bella scoperta, con canzoni come Oltre l’illusione e La conoscenza è potere che di sicuro non fanno star fermi i piedi. E soprattutto disponibilissimi a parlare (e a offrire dolcetti!).

Passiamo a un altro gruppo che è una vera sicurezza, i Güerra. Personalissimo Street punk alla Blitz da sing along che scalda il cuore e fa muovere la testa – bravi ragazzi, come ogni volta che li vedo live! Si chiude una scaletta superba con un brano nuovo, stay tuned!

Lo stesso vale per i Marnero. Una band che unisce hardcore, romantic punx e altre mille influenze per dar vita ad una vera esperienza sonora. Se ve li siete persi, direi che è ora di recuperare il tempo perduto!

Che dire poi degli Straight Opposition. Punk velocissimo con tanto cuore e passione, per unire tirate e melodie e portare sempre avanti il messaggio hardcore! Ma quanto cazzo sono carichi?!

I Cancer Spreading rappresentano la necessaria quota crust/stenchcore in un festival così ampio e aperto alle sottoculture. Inutile dire quanto ci piacciono e quanto ci facciano prendere bene nonostante il loro messaggio/obiettivo di presa a male diffusa!

Crippled Fox: mai vista prima, attendevamo la band ungherese con grande impazienza. Bandana in testa, thrashcore sparato a mille e bolgia assicurata! 

E come per il finale di venerdì, anche in questo sabato troviamo una tripletta che mi ha davvero fatto emozionare. Partiamo dai Sud Disorder: come si può non amare questa band? Passione, lacrime e sudore. Davvero. Perché come dicono loro, Senza amor non vale nulla.

Una descrizione che si può applicare anche a Gli Ultimi. In dubbia presenza fino all’ultimo per malattia, i ragazzi romani invece arrivano in forma – scapola rotta di Maurizio a parte – e ci fanno saltare e cantare sotto palco dal primo all’ultimo secondo, dalla prima all’ultima canzone. 

A completare questa tripletta ci sono i Contrasto. Non credo ci siano bisogno di parole, vero? Vecchia scuola hardcore come si deve. Il loro amore per i nostri report e le nostre foto è qualcosa di commovente, andare a vederli insieme ad Alessio dei Grandine, gruppo che amiamo è stato il crossover che non ti aspetti. Solo amore per i Contrasto.

Dopo questo ci vuole una pausa e mentre ci gustiamo dei gyoza e dello sguazzone (ehi, non l’avevo ancora nominato!), ci becchiamo i Bridge City Sinners, band di Portland che unisce folk tradizionale a gypsy, passando per il punk e lo psychobilly. Una grande scoperta!

Dopo questa pausa, torniamo a calarci nella mischia e nella follia con gli Insanity Alert. Il gruppo austriaco sono dei veri party animals, tra cartelloni che volano, thrash metalcore e “lezioni di tedesco”. C’è un’unica cosa da fare: run to the pit, mosh for your life!!

Arriviamo ora al gruppo forse più atteso di questa edizione, gli Youth of Today, storica band straight edge americana. Con un Ray Cappo sicuramente in forma, come il resto della band, regalano 50 minuti di set a tutti i fan, tra canzoni storiche e i loro messaggi all’unità e alla positività. 

Di là, nel palco più “intimo” partono gli Infamia con una scaletta bomba. Visti una settimana fa in Scintilla col nuovo cantante si riconfermano un gruppo davvero affiatato e con un’ottima presenza sul palco.

Un altro momento di sorpresa in questo fest sono i Krav Boca. Gruppo francese/greco dalle sonorità rapcore-elettro-e chi ne ha più ne metta, salgono sul palco mascherati e regalando un vero spettacolo: flex, danza, mangiafuoco, fumogeni e tanta, tanta voglia di saltare e lanciare un messaggio. Da brividi! Abbiamo partecipato all’uscita del vinile del loro ultimo album “Pirate Party”, merita un sacco e se ne volete una copia scriveteci!

Ancora con le fiamme negli occhi ci dirigiamo di nuovo al Booze stage per i Carne, altro gruppo pugliese che spara in faccia un classico hardcore con sferzanti melodie. Quel che ci vuole per continuare questa notte, o no?

Ammetto, le gambe non mi sostengono più e quindi mi lancio sul sacco a pelo mentre nelle orecchie risuona il thrashcore dei Jawless, band from London Town. A chiudere i set c’è poi il progetto acustico Skytea for warrios, che con cover punk mi regala una dolce buonanotte.

Mi risveglio con Occhi di gatto, sì, proprio la sigla dei cartoni, che proviene da un DJ set notturno infuocato e tutto da ballare. Salutiamo il fest mentre tutti intoniamo in coro Maledetta primavera, perché in fondo, che hardcore festival è senza del sano trash italiano?

Come ogni anno il Distruggi la Bassa regala emozioni uniche, centrando in pieno il vero spirito del punk hardcore e riunendo una grande famiglia per tre giorni di festa! Grazie a tutta la crew, grazie agli amici vecchi e nuovi, grazie a tutte le band e a chi si sbatte da anni per portare avanti un messaggio. Il punk hardcore non è morto. 

PS: Ci scusiamo per non essere riusciti a partecipare al terzo giorno, le band sono tutte importanti allo stesso modo, purtroppo tra stanchezze e partenze non ci è stato davvero possibile. 

PPS: Una delle frasi più belle che ci stiamo portando dentro da questo festival è una risposta che i Krav Boca ci hanno dato quando ci siamo complimentati per la loro fanzine, ovvero “è merito delle meravigliose persone che abbiamo incontrato e con cui abbiamo intrattenuto un rapporto”. Ecco, vorremmo fare un parallelismo col punk hardcore e col nostro mondo DIY che tra mille problemi, prova a esistere e resistere. Infatti tutto ciò che noi facciamo lo facciamo col sorriso e veniamo ripagati proprio perché abbiamo incontrato persone meravigliose sul nostro cammino. Grazie a chi ci supporta. Lo ribadiamo, il punk hardcore non è morto.

Report a cura di Stefania, Tom e Zoe

Foto a cura di Francesco Dose Photography

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