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Questa è Roma 2020 – report e foto

Ecco com’è andata allo Strike per l’edizione 2020 di Questa è Roma

Da diverso tempo a questa parte, siamo praticamente delle trottole. Non ci fermiamo mai. Facciamo quello che ci piace di più, ovvero sostenere spazi, collettivi, band e idee, il tutto con Radio Punk, nome banalissimo nato dalla mente ancora minorenne di un ragazzino che aveva voglia di fare una web-radio e che ovviamente ha abbandonato presto questa idea – per adesso – per trasformarla in questo insieme di progetti che è ora Radio Punk. 4 righe, mi sono già perso. Non ci fermiamo mai, dicevamo, ed è proprio vero! Andiamo in spazi bellissimi, ci arriviamo nelle più assurde maniere, dormiamo (dormiamo?) in modi improponibili. Ma ne vale la pena, sempre, perché si conoscono band e persone meravigliose e si rinsaldano vecchie amicizie. Tutto sto preambolo per dire cosa? Semplicemente per iniziare a raccontarvi quella che è stata una delle tante splendide serate, che però rimarrà a dir poco unica e scolpita nella storia. Questa è Roma 2020 è forse il concerto DIY con più affluenza a cui abbiamo mai partecipato. Vedere così tanta gente, da così tante parti d’Italia, ci ha dato una botta di linfa vitale allucinante. Abbiamo ricaricato le pile per anni a venire! E dobbiamo ringraziare Rotten Inc., Teschio e Marinaio e anche Valerio, che quest’anno ha fatto un passo indietro, ma che fino all’anno scorso ha contribuito a portare avanti questa incredibile realtà.
Quindi, partiamo già dicendo un enorme GRAZIE a chi si è sbattuto, con passione e attitudine, dimostrando che si possono fare grandi cose quando ci credi veramente.
Ma andiamo con ordine, 17 band, una caterva di distro (compresa la nostra), 2 palchi, il tutto allo Strike, spazio sociale sito in Tiburtina, dove eravamo già stati al Marci su Roma 2019. Dopo il viaggio in bus, dove abbiamo trovato anche Gioele e Maida, con la distro negli zaini, appena arrivati ci accorgiamo che rispetto proprio a Marci su Roma, palchi e distro sono invertiti. Ci piazziamo subito nel nostro “metro quadro di gloria” (semi-cit. chi la indovina vince un vinile in regalo) e dopo una birra e una chiacchierata ci dirigiamo nel palco allestito nella stanza-pub. Situazione a dir poco hardcore! Cominciano gli UrtoNudo, giovanissima band romana che avevamo già visto all’opera sul palco grande dello Strike. Questa volta sul palco piccolo del pub dimostrano di essere migliorati e di trovarsi più a proprio agio quando c’è della bolgia davanti. L’ho detto e lo ripeto, sembrano usciti dopo 24 ore di ascolto ininterrotto di “Morire di Tolleranza” dei TMD. Il che mi fa assolutamente piacere! Diretti, potenti ed essenziali, in una parola: daje!
A seguire è il turno dei The Ammonoids, punk rock molto California, grezzo ma orecchiabile. Live dinamico ed entusiasmo, se vi piace il punk rock melodico la band ha pubblicato da poco l’EP Devonian, dategli un ascolto!
Neanche il tempo di finire la birra che si torna su sonorità diametralmente opposte. XCaracoX è una band che già dal nome rende bene l’idea. Albert Caraco, come leggo dalla loro bio, era un filosofo franco-uruguaiano che come tematiche principali affrontava l’esistenzialismo, il pessimismo e il nichilismo. Tutti temi che ritroviamo nell’ottimo disco targato Inferno Records (di cui fa parte la cantante Claudia). Dal vivo devastanti, ottima presenza scenica e il loro crust/grind ci ha trascinato negli abissi più oscuri, come da loro intento.
Sono si e no le 19 e già in zona pub attaccano i Pretesto, band di cui ho sentito parlare benissimo. Prima volta che li vedevamo, hanno a dir poco spaccato. Mix devastante di oi!, hardcore e qualche venatura metal che ha letteralmente stupito e travolto i presenti. Peccato per chi non c’era, la scuola torinese colpisce ancora!
Di là nel palco grande qualcosa si muove e difatti di lì a breve è il turno dei Coru&Figau (cuore e fegato in sardo). Il quartetto era fermo da un po’ e sono davvero contento di rivederli. Partenza a razzo con “Alla Mia Libertà” e poi dritte in faccia tutte le altre “hit” come “Piero”, “La Mia Scuola” e chiudendo il set con “Old Friends” (…e troveremo sempre il tempo per i vecchi amici, quattro cazzate, un paio di litri!). La band all’insegna dell’amicizia, della working class e dello spirito di strada fa cantare e scatenare i sardi presenti e non solo! Rimane una domanda, nonché tormentone della serata: PIASA? A noi sì, decisamente!
A seguire è il turno dei Fuck Simile, band romana formatasi nel 1993 e scioltasi tre anni più tardi. Hanno ripreso, con la stessa formazione di allora l’attività che è ricominciata proprio oggi. Il trio ci propone un punk rock decisamente influenzato dal garage e ci sembra di essere ritrasportati all’epoca di gruppi come MC5, Television o per citare qualcuno di ancora più famoso gli Stooges. Ammetto che non li avevo mai sentiti, nonostante scopro ora che abbiano girato parecchio negli anni novanta. Sono decisamente interessanti e non ho dubbi che se vi piacciono quelle sonorità “crunchose”, fanno per voi!
Neanche il tempo di finire il borghetti (autoprodotto!) che sul palco grande rivediamo, per la terza volta, i Radio Shakedown. Da Pescara con furore (frechete!) la band ci delizia con un po’ di punk rock melodico con tanti sing along, della serie mi sbraccio e urlo il ritornello sotto il palco. L’ultima volta al Pescara Hardcore hanno suonato troppo presto, sono contento di averli visti con una cornice di pubblico migliore. Infatti hanno fatto un concerto bello e intenso, regalandoci una mezzora di canzoni piacevoli, riff originali con un cantato assolutamente unico. Non ho idea del loro futuro, ma spero tanto tornino con un nuovo disco e nuove date! Nel frattempo in zona pub tocca ai Ghetto 84. Stavolta formazione al completo. E si vola! La stanza è piccola, la calca è abnorme, il risultato è che Rude praticamente fa da bodyguard al batterista salvando la strumentazione! Ghetto 84 splendidi splendenti e in forma smagliante, ci sparano in faccia i loro pezzi più blasonati e qualcuno del loro meraviglioso nuovo album “Ultras Rock N Roll”. Poche storie regaz, “Non sono cambiati, hanno solo qualche cicatrice in più.”. Immensi.
E dunque, così, dal punk rock melodico ad uno street punk rock n roll si passa così, come un fulmine a ciel sereno, alla vecchia scuola grindcore con i Verano’s Dogs. Sotto il palco è gremito di gente e toh, guarda un po’ si aggira come uno spettro, un essere mitologico metà uomo, metà stile, eleganza e portamento. Dicono che c’è Bastianich. Quello di Masterchef che dice ogni due secondi “Muoro”. Ma sticazzi, noi gli abbiamo dato la spilletta di Cannavacciuolo, la trashata l’abbiamo fatta e torniamo a cose più interessanti, va! Infatti c’era pure Zerocalcare, anche se essendo di Rebibbia non fa notizia più di tanto, però avendo appena finito quel capolavoro di “Kobane Calling” lo vorrei abbracciare ogni due secondi. A questo punto i Verano’s Dogs, dopo che ho scritto torniamo a cose più interessanti e non ho ancora parlato del loro concerto, vorranno tirarmi una coltellata. Ma la verità è che sto prendendo tempo perché non è facile trovare le parole per il loro live. È stato un qualcosa di memorabile e indescrivibile. Forse il più intenso di questa edizione. Una mazzata supersonica nei denti, una maestria e una presenza scenica da paura! Il pubblico sotto ha fatto il suo, mentre sopra la band si è confermata tra le migliori del panorama a colpi ben assestati di death/grind. Imperdibili, ascoltateli e andate a vederli!
Si ritorna nell’afa del pub, gremito di gente per i Tacita. La gang rock n roll oi che strizza l’occhio ai Motorhead e ai Nabat è di casa e si sente, infatti il cantante Andrea sta praticamente dietro la batteria per via della folla. Gli skin e i punk presenti cantano le canzoni, pogano e scuotono la testa come se non ci fosse un domani. Delirio e paura poi quando parte il featuring coi Pinta Facile. Lacrimoni. Sarà che sono di casa, sarà che il pub rende la situazione molto accaccì, ma i Tacita hanno regalato grande trasporto emotivo.
La distanza dal pub al banchetto secondo me non supera i 10 metri, giusto per farvi capire la mole di gente, ci ho messo tipo 10 minuti a tornare al banchetto. Ed ecco a voi i Kalashnikov, se qualcuno aveva paura di sentire solo un sottogenere, si sbagliava di grosso! Memore della magnifica performance al Distruggi La Bassa con fumogeni e quant’altro, ci godiamo una delle band più seguite nel panorama libertario. Punk, synth, post-punk, voci pulite, anarchia e anti-capitalismo nei testi. Anche qui, bolgia sotto il palco e tutti a cantare i pezzoni delle band milanese, che anche questa notte ci fa sognare.
A questo punto del report mi rendo conto che stiamo andando avanti e indientro da un palco all’altro. Eh già, si torna, come ormai avrete intuito, nel pub dove i compagni di turno non ci stanno dietro alle assetate fauci dei punx, quest’oggi indomabili. Suonano i Rake-Off, ormai famosi per essere entrati nelle storie instagram di Joe Bastianich. La band thrash-punk-hc è di una violenza sonora inaudita. Riffoni da chilo, tupa tupa e adrenalina pura. Il meglio metal lo fanno i punk, disse qualcuno. Non ne sono sicuro, ma i Rake-Off sicuramente rientrano in questa speciale classifica! Non avete ascoltato “Goin’ Mental”? Boh, ma dove cazzo vivete?!
A seguire et voilà ecco l’unica band estera della serata, dato il bidone dei Varukers. Infatti sul palco pronti a saltare all’impazzata ci sono i Vitamin X. La band di Amsterdam è famosa per i suoi show a dir poco formidabili. Velocissimi, scatenatissimi e imprendibili, specie per i fotografi, gli olandesi sanno il fatto loro, suonano da 20 anni il loro hardcore punk con pezzi corti, dinamici e pieni di cambi di ritmo. Anche questa volta non deludono e ogni volta che suonano sembra di essere in uno di quei vecchi show degli anni ’80 tipo Minor Threat, con la band che si muove a manetta e la gente sotto il palco che fa il burdel! È praticamente mezzanotte, hanno suonato una quantità di band clamorose e Gioele è collassato dietro la nostra distro, urlando “marinarettiiiiii” e chiedendomi con fare filosofico e affranto “ma perché fanno gli sconti sui superalcolici?”. Ma non è ancora finita!
Di là nel pub c’è l’SPQR HC dei No More Lies, gargantueschi e imponenti, con il Marinaio a sbraitare sul microfono e mezza roma catapultata su quel che resta del povero palco del pub. Momenti altissimi, rabbia sociale e hardcore oi che non le manda a nessuno! A breve uscirà lo split coi Nabat come vi dicevamo ieri, aggiungetevi questo vinilozzo nella mensola che i No More Lies difficilmente deluderanno!
Nel palco grande fervono i preparativi. Gozzilla e le tre bambine coi baffi sono pronti. E così assistiamo al solito rodeo, con la band intenta a cercare di suonare con delle invasioni di palco, “bitonto oi!” urlati dalla Burzucco – colei che tra le altre cose cura la nostra sezione eventi sul sito – e mille altre scene che renderanno la scaletta dei Gozzilla fantastica e goliardica, come sempre. Mitici Gozzilla e lasciatecelo dire, mitici i presenti che dal primo all’ultimo minuto hanno cantato e fatto casino!
Intanto l’alcol fa il suo dovere di catalizzatore sociale e vediamo che la timidezza dei punx viene vinta e la nostra idea di dare la possibilità di scattarsi delle foto polaroid da tenere come ricordo, spopola, lasciandoci di fatto senza cartucce!
Così finito il momento goliardico si torna in pub dove incredibilmente non è ancora crollato nulla! Tocca agli Urban Vietcong, quartetto livornese dedito ad uno street punk del tutto originale, data la commistione tra l’attitudine e alcuni fraseggi più stradaioli e riff e cambi di ritmo tipici di band come Propagandhi e filone punk rock melodico. Bebe e la ciurma sono scatenati, trascinati anche dal pubblico quest’oggi carico a mille. Indubbiamente il concerto migliore e più coinvolgente a cui ho assistito della band. “Livorno non si piega e mai si piegherà!”.
Siamo arrivati alla fine, l’ultima band, sul palco centrale sono gli S-Contro, leggendaria oi! band di Torino a cui il sottoscritto è affezionatissimo. Nonostante sia parecchio tardi, gli S-Contro sono determinati e pronti a farci pogare fino all’ultima nota. La formula è sempre la stessa, cattiveria e odio contro il sistema, street punk mischiato ad hardcore, suoni massicci e Steo alla voce che fomenta un sacco. Si chiude in bellezza insomma, con tutti i capolavori della band, delirio su “Ma Che Cosa Resta Di Noi”, bis a manetta e la finale “Scontro” che manda in visibilio lo Strike! Che band siore e siori…E’ stato tutto strepitoso, pelle alta per tutta la durata del live!
E così, cari miei, siamo giunti alla fine. Che dire, Questa è Roma e questo è il report di Questa è Roma. Speriamo vi sia piaciuto questo viaggio, questa sorta di diario di bordo all’interno del festival. Noi come sicuramente avrete intuito ci siamo divertiti parecchio e devo ammettere che come sempre è parecchio tosto parlare di 17 band – e riuscire a infilarsi davanti senza rompere la macchina fotografica – senza risultare ripetitivi e probabilmente è venuto una schifezza ma alla fine la passione è il migliore dei motori e finché ci va di farlo, lo facciamo, poco importa del resto. Non siamo giornalisti, non siamo dei fenomeni, chi scrive aveva le insufficienze nei temi, ma ribadisco, quello che ci piace è supportare band, situazioni, spazi, collettivi e idee ed essere riusciti a stare sul pezzo sia alla distro che a vedere, parlare e sostenere tutte le band, nessuna esclusa, per noi è già una piccola grande vittoria. Troppo facile arrivare per LA band, per noi sono tutte LA band, tutte della stessa importanza, tutte meritevoli di rispetto e di una chance. Quindi, iniziamo i ringraziamenti proprio con questi 17 formidabili gruppi che hanno suonato, un caloroso abbraccio e ringraziamento a Teschio e Marinaio, allo Strike, ad Agripunk per la cena vegana buonissima e per la bella chiacchierata, a Raffaele, al nostro marinaretto preferito Gioele, alle distro, a FAUSTOOOOOOOOOOOO –(official main sponsor of cicchetti diy), ai piccius sardi Mauro, Roby, Baglio e Gianluca (sempre grandi sostenitori di Radio Punk), a Mirco per aver assalito il liquore al peperoncino, a Valerio, a Riccardo ed Elisa, ai IX Bolgia e agli Ira, a te di cui ci siamo scordati perché eravate in troppi cazzo e ho la memoria di uno zerbino, e infine, lasciatelo dire compà, grazie infinite a te che ti sei letto sto papiro! A presto, ci si vede al prossimo concerto! Oi!  

Report di Tom 
Foto di Elizabeth Zoe 
Potete usare le foto liberamente ma vi chiediamo gentilmente di citare i fotografi e Radio Punk.
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