Recensione: Greve – Allo Specchio

“Tutti a guardare nuove serie e nuove star”

Esistono due possibili scenari quando personaggi vetusti della musica si riuniscono assieme per un nuovo progetto musicale, il risultato può essere una ridondante litania che puzza di vecchio o, come nel caso dei Greve ne può uscire qualcosa di miracolosamente bello. Musicisti che hanno militato in Manimal, AntiYou e Afasia, non proprio i primissimi arrivati insomma, riescono a stupire per la freschezza nel proporre qualcosa che di per sé non è fresco per nulla: un classico EP punk hc in italiano che ammassa più pezzi che può sui due lati di un 7”.

Sei mine in 7:30 minuti di musica panc veloce e senza i noiosi spunti metallici che sembrano essere il leitmotiv dell’hardcore nostrano medio degli ultimi anni. Basso diretto e centrale, batteria mai avida di spunti ritmici (lavoro di rullante dello Chef ragazzi!), chitarra che sa abilmente quando nascondersi nel ronzio delle ritmiche e quando sbucare dalle retrovie a piazzare una breve ma fondamentale variazione. La linea vocale è quasi la stessa per le sei tracce e funziona alla perfezione, spesso mi sono trovato a porre la questione della linea vocale monotona come punto debole di un disco (motivo per cui sono tra i pochi a non sballarci con i Discomostro) ma in questo caso, forse anche grazie alla bellezza dei testi e alla durata breve del disco, la cosa diventa un punto di forza, soprattutto le rime e gli accenti sulla lettera A alla fine di parecchie battute sono ben studiate, riescono a svolgere la duplice funzione di infondere la melodia tipica della poesia ma allo stesso tempo non chiudono troppo, invogliano al canto e danno la carica.

Hellnation ci propone spesso musica di qualità e ancora una volta ci ha preso con i Greve, aiutandoli a portare alla luce il miglior EP hardcore del 2019. Aspetto di vedere se questa formula perfetta su 7” funzionerà su un eventuale album o se i ragazzi si inventeranno qualcosa di diverso in futuro.

Nick Northern