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Intervista a Saetta Autoproduzioni

Chiacchierata con il collettivo di Saetta Autoproduzioni

Radio Punk: Ciao ragazzi e benvenuti! Partiamo immediatamente, presentatevi a tutti i nostri lettori!
Saetta Autoproduzioni: S.A. è un numero X di monelli che frequentano la casa in questione, partecipando più o meno attivamente ai progetti ed agli eventi che nascono da questo luogo, un gruppo di trentenni che si è reso conto di quanto fosse bella la vita dai 18 ai 28 anni e ha deciso di farsi un altro giro, con più possibilità a disposizione (non che ora siamo ricchi, ma all’epoca abitare in una casa con infissi e impianto di riscaldamento era da borghesi!) ignorando gli ovvi limiti dettati dall’età (hangover da post-concerto così duraturi che a lavoro li consideriamo dei colleghi). Mettendo insieme tutte le nostre capacità e conoscenze … ma soprattutto il nostro entusiasmo, abbiamo deciso di creare una realtà nuova e/o alternativa, nella quale le persone possano sentirsi a proprio agio, passando qualche ora piacevole o semplicemente tuffandosi a bomba nel furore di serate hardcore punk con tutto quello che ne consegue. Inizialmente si trattava di una semplice saletta-prove (saetta in dialetto), dentro una casa persa nei campi della umida campagna trevigiana , poi pian piano ci provavano sempre più gruppi, le prove diventavano un pretesto di ritrovo somigliando lontanamente a concertini, la cosa ci è volontariamente sfuggita di mano con una serie di “cosa succede se proviamo a…?”…. e dato che ogni mini-esperimento ci portava a risultati che andavano oltre le nostre più rosee aspettative (casa in piedi, nessun morto, nessun arrestato) abbiamo deciso di continuare a coltivare queste idee che nel tempo hanno dato vita a tante serate, dandoci l’opportunità di conoscere i fioi e band più o meno distanti, con i quali abbiamo condiviso serate indimenticabili. Indimenticabili nel senso che abbiamo le foto che provano che ci stavamo divertendo.

R.P.: I ragazzi e le ragazze che ci stanno leggendo forse si staranno chiedendo il perchè del vostro nome, ce lo spieghereste?
S.A.: La saetta per noi rappresenta un momento d’interruzione dell’ordinario, qualche attimo rubato alla normalità che dia vita a qualcosa di chiassoso e discordante, che faccia breccia nel placido e scuro muro di quest’era del nulla che stiamo attraversando. Vi raccontiamo com’è andata la ponderata e discussa scelta del nome: in un assolato pomeriggio estivo, nella umida pozzanghera veneta, stavamo dando il bianco, in un silenzio interrotto solo dagli schiaffi che ci auto-infliggevamo per via delle frotte di zanzare dalle quali eravamo presi d’assedio, quando:
x:”areo, come a ciamemo a saetta?”
y:”mmmmmmh……eeeeeeh….bbboooh…areo…..mmmmh…saetta!”
x:”bea areo!!….pausetta?”
y:”fatta, ghesboro xè drio divorarme, mussati de merda” “ptsssshctrsh” “ptsssctrsh”
X:”cin, areo”
Y:”cin-cin vecio!”

R.P.: Partendo dalle vostre origini, com’è nato il collettivo? Quanti siete e quali sono i progetti che attualmente portate avanti?
S.A.: Com’è nato ve lo abbiamo spiegato: è stato un po’ frutto del caso, un po’ la volontà di voler creare un luogo che fosse come noi lo vogliamo, con all’interno le dinamiche che a noi piace trovare in un luogo. Non ci sono iscritti, ed il numero è estremamente variabile. Non siamo una realtà chiusa, tutto sta nella volontà delle persone che ci tengono alla saetta, a volersi dedicare ad essa. I progetti sono tanti, diremo infiniti se pensiamo non solo a quelli già in vita (ed evidentemente sobri) come:
“marci su roma”, la corrierata di punx raccolti da treviso a roma e sbarcati nella capitale per un concertone che faccia crollare ogni più vago ricordo di quel miserabile ventennio, tenuto in piedi da qualche imbarazzante malinconico;
“alcol fest/hardcore test” il festival organizzato in memoria delle innumerevoli patenti perse, dove consigliamo a tutti di portarsi la tenda o almeno il sacco a pelo, e dimenticasi dove si è parcheggiato;
in saetta poi organizziamo molti concertini più piccinipicciò, dove le serate non finiscono necessariamente la sera successiva. Concerti, magari, infrasettimanali, una pasta (abbiamo la fortuna di poter contare su uno dei più belli e bravi cuochi del triveneto, noto per il suoi sughi che fanno impazzire le papille gustative come: il ragù di soia,ragù di funghi, l’aglione, il pesto di rucola e pomodorini, il pesto di zucchine e mandorle,la crema di carciofi… ), un paio di gruppi, qualche birretta e tutti a nanna.
In questi mesi in saetta son passate band italiane ed internazionali, dei generi più disparati, dal grindcore al folk punk, si sono create amicizie nate dalla condivisione e dallo scambio di idee o da una semplice partita al calcetto.
Una stanza dell’edificio è stata dedicata alla serigrafia lucertolab dove mastrobarbone crea il merch per i gruppi che si affidano alla sua racla esperta.
Abbiamo istituito una biblioteca libera alla quale tutti possono attingere per prendere liberamente libri in prestito, o contribuendo portandone di già letti.
Ma i progetti in atto sono briciole rispetto a quelli che speriamo di realizzare in futuro: un cinema all’aperto per le serate estive, una seconda sala prove con annessa sala di registrazione …. l’acqua calda (per allacciarci a quella fredda ci sono voluti mesi, oltre che ad anni e anni, litri e litri di pisciate in giardino o in giardino dal terrazzo perché oltre ad essere grandi artisti siamo anche dei mirabili virtuosi)!!! Queste ed altre incredibili idee sono nel cantiere dei sogni di noi saettati.

R.P.: Come rientra, invece, la politica nel vostro progetto?
S.A.: La politica, ovviamente, occupa sempre una posizione piuttosto importante in tutte le nostre scelte.
Vogliamo e cerchiamo di essere sempre coerenti in tutto ciò che facciamo con quelle che sono le nostre idee ed ideali, che cerchiamo di trasmettere a chi viene ai nostri eventi e partecipa alla nostre serate.
Crediamo che in un momento storico come questo, nel quale il qualunquismo delle risposte semplici, frutto di un’informazione dozzinale e pilotata, sia importantissimo alzare l’asticella della sensibilità a questo argomento.

R.P.: La Saetta è ubicata in un piccolo paesino veneto ed è immersa nella zona abitata, quali sono i vostri rapporti con il quartiere? Ritenete che sia importante costruire una solida relazione con gli abitanti?
S.A.: Fortunatamente i vicini non sono poi così vicini e siamo immersi nella campagna. Tutto bene, comunque, col vicinato, i vicini che possono vantare ancora di un udito funzionante, apprezzano il nostro rumore ed alcuni prendono parte attivamente alle serate divertendosi tra hardcore, disco trash e birrette. Una sera, durante un live (ci pare dei lighting mind frequency), ci siamo accorti che fuori dal cancello c’era un uomo incappucciato che guardava dentro il giardino della saetta. Noi chiaramente ci siamo impensieriti e siamo andati a controllare cosa stesse succedendo. Era un vicino, con una finkbrau in mano, che si guardava il concerto. Ovviamente gli abbiamo detto di entrare subitissimo a divertirsi con noi. L’esito di questa cosa ve la potete figurare. A fronte di questo possiamo dire che col vicinato vada tutto bene.

R.P.: Parlando sempre del vostro territorio, come vedete la scena punk della zona dove vi trovate? Cosa è cambiato negli anni?
S.A.: La scena punk …BBBOOOHHH, forse una volta eravamo di più, o forse c’era solo più folklore, forse ci sembrava ci fosse più gente perché ci vedevamo doppio, o forse nei ricordi sembra tutto più bello e si tende a rimuovere tutte le cose sgradevoli… In realtà siamo piacevolmente sorpresi nel vedere che ci sono fioi giovani che vengono agli eventi a divertirsi e ad ascoltare del genuino tupatupa!
Per quanto riguarda la nostra percezione di ciò che è cambiato (oltre alla durata dei postumi) ci sono molti meno posti occupati in giro, cosa che ci riporta dritti dritti al punto 4 di questa intervista, la repressione si è intensificata negli ultimi tempi, spazzando via sempre più spazi occupati, che sono dei patrimoni per le realtà come questa.

R.P.: Guardando al futuro, quali sono i progetti in cantiere?
S.A.: Gesù inchiodato alla ruota della sfortuna, mi sa che abbiamo risposto già anche a questa domanda… scusassero, forse è meglio leggerle tutte e poi rispondere punto per punto. Ah, già! Siamo ormai in dirittura d’arrivo!

R.P.: La filosofia DIY ci accomuna molto, e siamo davvero curiosi di capire meglio come intendete voi questo tema e di come lo sviluppate nella vita quotidiana della Saetta.
S.A.: Crediamo che per prendere le distanze da una società apertamente consumista, dove tutto è standardizzato, divertimento compreso, sia per noi doveroso crearci degli spazi comuni dove abbiamo tutti la possibilità di creare qualcosa di diverso, frutto della nostra passione e della nostra creatività. Le scelte vengono prese tutti assieme, come le soluzioni ai problemi, che in una casa vecchia sono tanti. Il ricavato di sala prove e concerti finisce sempre e solo a sostenere le spese della saetta, anche in termini di lavori, i lavori ce li facciamo noi in base alle nostre capacità, chi sa fare il muratore, chi l’elettricista, chi ha qualche nozione di carpenteria… La casa così resta in piedi, la sala prove funziona e può ospitare i gruppi che provano, i gruppi creano i pezzi e li suonano ai nostri concertini, dove qualcuno di noi che gli fa da fonico, qualcuno di noi fa il barista, qualcuno di noi (bellissimo ed infinitamente bravo) prepara le pappe per tutti, qualcuno di noi il giorno dopo tira giù delle boie così potenti da far incendiare i crocifissi nel raggio di qualche kilometro e si mette a ripulire tutto… Col ricavato del concertino (quando c’è) ci paghiamo, ad esempio, la corrente della sala prove, oppure le guaine da mettere sul tetto, oppure le malte per un muro in difficoltà. È un po’ l’applicazione alla realtà della canzone “alla fiera dell’est”, ma con un po’ meno sangue e una carrettata di birrette. Questo, secondo noi, è diy

R.P.: Siamo quasi alla fine e per racchiudere tutto ciò che ci avete raccontato vi facciamo una domanda semplice allo stesso tempo insidiosa: qual è il vostro obiettivo?
S.A.: Sopravvivere.

R.P.: Eccoci arrivati alla fine, vi lasciamo il consueto spazio libero dove potete salutare i nostri lettori e dire ciò che volete! Grazie ancora e alla prossima!
S.A.: Ci sono volute 3 riunioni (quasi completamente inconcludenti, si è verificata quella solita situazione di stallo, tipica di quando ci troviamo tutti assieme, in cui tutti sono felici ma nessuno è in grado di dare delle risposte di senso compiuto) ed una slavina di mesi per rispondere alle 10 domande di questa intervista, diciamo che non siamo esattamente delle saette nel fare le cose, ma non siamo persone frettolose. Speriamo che neanche voi lo siate.
Speriamo di vedere tutti i lettori davanti il bancone della saetta ad ordinare una birretta o un bicchierino della nostra “graspetta autoproduzioni” . Abbiamo bisogno di voi, come voi avete bisogno della saetta cincin!