interview rough touch

Intervista ai Rough Touch

Chiacchierata con i Rough Touch

Abbiamo avuto modo di intervistare i ferraresi Rough Touch, ecco il risultato!

Radio Punk: Rompiamo il ghiaccio, presentatevi un poco alla nostra platea ragazzi.
Rough Touch: Ciao ragazzi. siamo quattro stronzi di Ferrara, ci conosciamo da quando eravamo dei teen brufolosi e abbiamo sempre fatto parte della stessa “scena” musicale nostrana. io, Sanso e Nick abbiamo messo su questo progetto poco più di un annetto e mezzo fa. abbiamo fatto qualche mese in cui eravamo solamente noi tre e per due/tre mesi abbiamo avuto una rapida alternanza di nostri amici che ci hanno dato una mano al basso facendosi smacchinate dal Veneto. a settembre 2018 invece si è unito stabilmente Seddy, che già ha suonato in realtà hardcore e metalcore locali e che già conoscevamo ma non sapevamo potesse esser interessato a suonare questa roba. abbiamo buttato fuori la prima demo autoprodotta l’estate scorsa e oltre a suonare più che possiamo stiamo scrivendo pezzi nuovi!

RP: Qual è stata la necessità o, per meglio dire, la scintilla che vi ha portato ad iniziare questo nuovo progetto musicale? Venite tutte da altre esperienze tipo Game Over, band molto affermata in italia ed altre che se non erro sono ancora attive, quindi perché il bisogno di formare questa nuova band?
RT: Ti posso dire che la voglia di cominciare un nuovo progetto è nata da una serie di eventi sincronizzati. Hai detto bene, sia io che Sanso suoniamo assieme nei Game Over e, per vari motivi, l’attività live si è ammorbidita un bel pò da un paio di anni a questa parte. Se a questo si aggiunge che sempre un paio di anni fa i Busted Out si sono sciolti vien da sé che ci siamo ritrovati tutti con molto più tempo a disposizione da dedicare a qualcosa di nuovo. Ma questa volta volevamo fare qualcosa di più estremo, cattivo e maligno rispetto alle band che abbiamo avuto fino a questo momento. Soprattutto qualcosa che non suonasse come già sentito. Credo che ci stiamo riuscendo a creare questo qualcosa, anche se c’è ancora molto da lavorare.

RP: La miscela del repertorio che proponete è una pozione tra metal e punk hc, genere che ultimamente in Italia sta trovando ampio spazio ed enormi consensi. Personalmente trovo veramente potente ed azzeccata questa decisione, ci spiegate questa scelta.
RT: Sì, credo anche io che questo crossover stia incuriosendo maggiormente i ragazzi italiani ultimamente, specialmente quelli della nostra età o poco più giovani. tuttavia penso che band che propongono uno stile come il nostro siano ancora delle “outsider” nel panorama hardcore, punk e metal in italia forse proprio per la novità di questa cosa nel nostro paese. mentre in america, uk e altre parti d'europa ci sono moltissime band nuove che mischiano al punk e all'hardcore tonnellate di metal, qua da noi mi sembra che si sia più restii a voler dar spazio a queste contaminazioni prediligendo un approccio più “conservativo” e ancorato agli stilemi del passato. ad ogni modo la scelta su “che genere suonare” non è certamente stata studiata a tavolino. abbiamo semplicemente fuso i generi musicali che più ci piacciono, cercando di far qualcosa di più violento, estremo rispetto a quello che suonavamo con le altre nostre band, aggiungendoci un velo di malignità e rendendolo il più fresco possibile.

RP: Parlateci della vostra scena locale (fischietto intanto perché son di parte ndr) quali sono le criticità, i pregi e le migliorie nella città degli Estensi su questo versante?
RT: Mah… non saprei se si può realmente parlare di scena locale. Nel senso che sì, gli appassionati di musica estrema ci sono però ci sono tante criticità che ci costringono sempre a puntare sui nostri vicini.
Facciamo che iniziamo dai lati positivi. Ferrara è una gran bella città, a mio parere una delle più belle d’Italia, e sarebbe la cornice perfetta per concerti di musica estrema. A questo si aggiunge che ci sono (pochissimi) volenterosi che si fanno il mazzo per cercare di tener viva questa musica in città. E qui, purtroppo, finiscono i pregi. Uno dei più grandi problemi di Ferrara infatti è il pubblico ferrarese stesso. Gli eventi ci sono, mediamente uno al mese. Tuttavia, chi si professa fan di questo tipo di musica spesso e volentieri non muove un dito per far sì che nella nostra città le cose migliorino. Anzi, spesso e volentieri ci sono inutili faide interne, più o meno dichiarate apertamente e spesso di origine unilaterale. In più i ferraresi son dei gran culi pesi e preferiscono starsene seduti al pub a parlare del nulla piuttosto che andare ad un concerto e cercare di scoprire band nuove che, magari, potrebbero pure piacergli. A questo bisogna poi aggiungere il fatto che a Ferrara ormai è rimasto UN SOLO LOCALE che permette di dar spazio a questo genere di musica. Fino a pochi mesi fa erano un paio, poi uno di questi ha deciso di smetterla con i concerti hardcore. Peccato che questa sua decisione sia stata presa dopo che ci aveva dato il via libera nell’organizzare una serata dove avrebbero suonato pure i Big Cheese dagli UK e noi come degli stronzi avevamo già sentito band e iniziato ad organizzarci. Un simpatico scherzo che mi preme ricordare perché ci ha dato particolarmente fastidio. Senza contare che circa un mesetto fa il simpatico proprietario ha poi proiettato il docu-film “At The Matinee”.
Chiaramente mi dispiace un sacco dover parlare così nei confronti della nostra città. Purtroppo però questa è la situazione al giorno d’oggi.
Noi, e non parlo solo dei Rough Touch ma mi sento di includere anche tutti i ragazzi del Distruggi La Bassa e di chi collabora con il collettivo, cerchiamo di coinvolgere i ragazzi più giovani affinché si avvicinino a questo tipo di musica, così che capiscano i valori che porta con sé e che possano essere la base futura di una scena cittadina più “sana”, vivace e inclusiva.

RP: Bisbigli e voci incontrollate ci suggeriscono che state per andare a registrare il vostro primo lavoro, avete voglia di spoilerare qualcosina?
RT: Beh in realtà no se per primo lavoro intendi un disco vero e proprio eheh. abbiamo un po’ di pezzi nuovi che volevamo registrare e buttar fuori sotto forma di un EP da promuovere il più possibile. i piani erano di registrare ad aprile/maggio e poi cercare qualche etichetta avesse interesse a buttar fuori questo lavoro in formato di LP. Il tape coi primi pezzi uscita a inizio estate 2019 è stata autoprodotta ma questa volta vogliamo fare qualcosa di fatto meglio, anche perché una etichetta che si occupi di stamparci e promuovere il lavoro sarebbe un aiuto non indifferente per noi. per un disco c’è tempo e, soprattutto, non c’è fretta. preferiamo che esca nel momento giusto, senza affrettare troppo la cosa. se si verificheranno le condizioni per registrarlo allora non ci tireremo indietro.

RP: Seppur siate un gruppo abbastanza, passatemi il termine, “giovanotto”, avete già alle spalle numerosissimi live anche qualcosina all’estero e partecipazioni a feste importanti. Come vi spiegate questa cosa? Avete trovato la giusta alchimia per incuriosire chi vi viene a sostenere e sentire?
RT: Beh spererei sia proprio per quello in effetti ahaha! Se riesci a incuriosire chi ti sta intorno spingendolo ad ascoltarti è già un grande traguardo per una band, specie se agli inizi come noi. siam tutti e quattro abbastanza soddisfatti di come sono andate le cose in questo primo anno e mezzo assieme. in tanti sia da dentro che da fuori Italia ci han fatto i complimenti per i pezzi che abbiam0 buttato fuori l’anno scorso e questo ci ha riempito di gioia, perché significa che qualcosa a qualcuno lo abbiamo trasmesso e spero che sempre più persone si incuriosiscano e provino a darci una chance cercando di capire che messaggio vogliamo trasmettere. di live ne stiamo buttando giù sia all’estero che in Italia, anche se bisogna dire che la situazione attuale con ‘sto virus di merda ci ha un attimo messo in stand-by per la primavera fino a fine aprile quando faremo un altro weekend all’estero ad un paio di festival. dobbiamo solo aspettare che questo periodo di clausura termini.

RP: Secondo voi è necessario prendere posizione contro ogni forma di razzismo & fascismo all’interno della scena underground italiana? Che cosa significa per voi?
RT: Io credo che sia necessario coltivare idee antirazziste e antifasciste nella propria vita in generale e non prendere una posizione soltanto nella scena underground italiana. Queste idee bisognerebbe coltivarle e applicarle con intelligenza però, perché se si scade nella pura propaganda o nella violenza, di qualunque tipo essa sia, si finisce per esser fascisti di conseguenza. Non erano i fascisti ad usar la violenza e la propaganda per imporre le loro idee? L’essere tolleranti, empatici e aperti mentalmente credo sia un bene per ogni persona, perché consente di arricchirla aprendola a più punti di vista che, purtroppo, sono preclusi a chi è chiuso mentalmente o ha timore di ciò che è diverso, nuovo, estraneo.

RP: Siamo ai saluti e ai ringraziamenti. Sentitevi liberi di dire quello che vi pare ai nostri lettori!
RT: Innanzitutto grazie mille a voi di Radio Punk per averci dedicato questo spazio, dandoci la possibilità di farci conoscere. Speriamo di esser riusciti ad incuriosire chi ha letto questa intervista e, nel caso fosse così, il nostro materiale si può trovare gratuitamente sulla nostra pagina bandcamp (roughtouchfc.bandcamp.com), Spotify, YouTube e varie altre piattaforme di musica in streaming. Se vi piace la nostra merda allora speriamo di vederci ad un prossimo live!
Un saluto a tutti.

Intervista a cura di Ciro