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Intervista ai The Blokes

Chiacchierata con la nuova band romana The Blokes

“When we walk down the streets / We still feel like old kids / playin’ street punk / we are the blokes”. I malcapitati dell’intervista di oggi sono i The Blokes, nuova band romana ma con gente del giro che ha suonato in band quali Lenders, Raise your Pitch, Gas Attack e Colonna Infame. Hai detto niente… Andiamo a vedere che ci dicono dato che è appena uscito per Timebomb Records l’album di debutto “Same Old Stories” in LP 12”!

Radio Punk: Ciao ragazzi e benvenuti nella nostra ‘zine! Raccontateci un po’, come e quando nasce il desiderio di mettere in piedi questa band? Avete suonato in gruppi di stili diversi, com’è stato trovarsi a suonare questo tipo di street punk? è stato una sorta di minimo comune denominatore o era da tanto che tutti voi volevate mettere un progetto così in piedi?

The Blokes: Ciao  e grazie per la pazienza. I Blokes nascono due anni fa grazie a Gianni (Lenders). Il gruppo è composto da Gianni (voce e chitarra) Stefano (chitarra) Totino (basso) Maurello (batteria). Il desiderio nasce dalla voglia di rimetterci in gioco e di urlare ancora.. e quale mezzo migliore dello street punk? Un genere che ci ha sempre unito, e che ancora oggi ci fa divertire parecchio.

Radio Punk: per far capire un po’ chi siete, una band che vi mette d’accordo tutti???

The Blokes: Se dovessimo scegliere, sicuramente i Blitz!

Radio Punk: In queste 11 mine street punk old school che compongono “Same Old Stories” c’è spazio per ben 3 featuring: uno con Damiano della Timebomb, etichetta che vi ha prodotto, uno con Greg dei Bishops Green e uno con Ivo degli High Society. Vi va di raccontarci come avete scelto questi featuring?

The Blokes: Innanzitutto c’è un rapporto di amicizia a cui teniamo molto con tutti e tre. Certo è ovvio che con Damiano il rapporto è molto più stretto dato che ci conosciamo bene da molti anni e uno di noi è un il quinto Blokes!

Con Greg ci siamo conosciuti nel novembre del 2017 in quanto riuscimmo ad ospitare i Bishops Green a Roma e si mostrò sin da subito estremamente amichevole e c’è un’ amicizia che continua a durare anche oggi cosa che ci fa estremamente piacere. Inoltre sia Bishops Green che Alternate Action sono due gruppi che ci piacciono molto e dai quali detto con sincerità prendiamo spunto, così la sua collaborazione per noi è motivo di grande soddisfazione.

Con Ivo degli High society il discorso è molto simile a quello di Greg, c’è piaciuto il loro album “Fear of freedom”, e s’è creata un’amicizia suonando assieme.

Radio Punk: nella canzone “Freedom” parlate della libertà intesa come liberazione da pregiudizi, partiti, droghe e razzismo, tutti concetti molto “politici” e che condividiamo in pieno. Quanto e in che modo contano per voi il DIY e la politica intesa come tutta una serie di valori e non come quella partitica appunto?

The Blokes: “Non solo nella musica ma in tutta la tua vita DIY”. Il DIY per me è uno stile di vita, vuoi fare una qualsiasi cosa? Falla e basta, da solo senza aspettare l’aiuto di nessuno che potrebbe non arrivare, perchè a furia di insistere gli obiettivi si raggiungono. L’autoproduzione fa parte di tutti noi, è ci accompagna da una vita, quindi è naturale che i nostri testi specialmente “Freedom” facciano riferimento a questo. Non serve far parte di un partito politico per lottare… lo puoi fare tutti i giorni con gli amici e con chi condivide con te certi valori.

Radio Punk: Come mai la scelta di cantare in inglese? Pensate possa aiutarvi a farvi conoscere fuori dall’Italia o è semplicemente una scelta musicale?

The Blokes: è solo ed esclusivamente una scelta dettata dal gusto. Inevitabilmente cantare in inglese da un’ impronta diversa e dal momento che ricercavamo un suono che richiamasse l’oi! e il punk inglese fine 70 / inizi 80 abbiamo fatto questa scelta. Se poi questo fosse anche motivo di interesse dall’estero ben venga.

Radio Punk: Raccontateci un po’, in quali band avete suonato, che combinate o avete combinato nella vita, altre passioni che avete… Insomma, momento “domenica in” nel quale ci parlate un po’ di voi…

The Blokes: Gianni: Dopo le prime band negli anni di scuola, la prima esperienza più significativa fu quella con i Discard of System (me pare 2002-2006) che fu un ottima band Punk/hc romana e che mi fa piacere che qualcuno ancora ricordi. Dopo alcuni anni di nulla per motivi personali, nel 2014 entro nei Raise your Pitch e poco dopo anche nei Lenders. Lascio i Raise Your Pitch 5 anni dopo perché da tempo avevo in mente questo nuovo progetto. Gestisco dei campi di calcetto, ho un bellissimo bambino di 5 anni, vado in palestra, faccio parte di un club di appassionati di subbuteo e dedico anche molto tempo alla lettura.

Maurello: le prime esperienze risalgono a non so quanti mila anni fa. Marco dei p38punk mi ha coinvolto nel suo progetto e portato dal Teschio (non sapevo neanche quale strumento suonare) e da la ho cominciato… poi gli anni hardcore dove ho suonato con gli Immaturi di Stefano “er pazzo” e poi i Colonna Infame.. con un un intermezzo tra Bloody Riot, Pissed and Proud di Totore, 80’s. e Tacita. Mi piace studiare la batteria, fare foto e andare allo stadio (che è buona parte integrante della mia vita). Nella vita lavoro nel settore turistico.

Stefano: dopo le prime esperienze in gruppi alle superiori, nel 2009 ho formato assieme ad un mio vecchio amico i Raise Your Pitch, ai quali dopo qualche anno si è unito anche Gianni. Oltre a parentesi con Bloody Riot e Godog, quando Gianni ha lasciato i Raise Your Pitch ho accettato volentieri di seguirlo anche in questo nuovo gruppo. Lavoro come impiegato nel settore delle biotecnologie. Quindi tra lavoro e due gruppi, l’unica altra passione che riesco a coltivare è soddisfare il mio lato masochistico seguendo anche allo stadio il Genoa.

Totino: All’inizio ci furono un paio di esperienze in sala prove con degli amici, la più significativa delle quali era la band chiamata Disaster (da qualche parte tra Roma e la Sardegna esiste un nostro tape..,.). Poi vennero i DYS, con i quali diedi alla luce un demoCD. Poi i Militia Whisky, altro demoCD e partecipazione con una cover dei Kina in un LP celebrativo dei 25 di punkhc in Italia (Il Loro Odio…La Nostra Lotta), poi i Malazione (altro demoCD), i Gas Attack, il gruppo col quale ho suonato più a lungo e registrato più cose, e gli Olim Palus per un breve periodo. Così arriviamo ai Blokes, progetto con il quale per la prima volta mi cimento nel genere con cui ho inziato a conoscere il punk “internazionale”. Per tutta la durata della mia permanenza nelle precedenti band ho curato la piccola etichetta Crime For Revenge, con la quale ho partecipato a varie autoproduzioni. Nella vita mando avanti Screamprinting serigrafia, ciò mi porta via grandissima parte del tempo tra laboratorio e partecipazione ad eventi vari, nel restante suono (faccio attualmente parte anche degli Orgia Capitolina) e a volte capita qualche DjSet (djT8ino) in giro tra spazi occupati e locali. E questo è quanto.

Radio Punk: Vi siete affidati subito alla Timebomb Records di Damiano che conoscete da tanto tempo e, ovviamente, siete anche grandi amici. Com’è stato lavorare con lui?

The Blokes: Ne abbiamo sin da subito notato la grande passione, assolutamente in maniera disinteressata e la grande esperienza nei suggerimenti azzeccati che ci ha dato. Non siamo noi che ci siamo affidati a lui, che sia degno di fiducia è evidente, è lui che ha creduto in noi e non avremmo potuto desiderare di meglio, non finiremo mai di ringraziarlo abbastanza.

Radio Punk: Com’è la scena romana skin & punk? Com’era una volta, com’è cambiata, se c’è ricambio generazionale, cosa c’è di attivo a livello di spazi, etichette, ecc…

The Blokes: Siamo angeli con la faccia sporca no? Le vecchie facce ci sono e ci saranno sempre quando serve. Tanti anni fa la scena era diversa, partivi senza sapere a che ora si suonava, senza sapere se si dormiva a casa di amici o sul palco e ci si affidava allo stradario per arrivare sul posto con tutti i disagi che ne conseguivano…  Era tutto più genuino e a volte lasciato anche al caso…
Oggi come oggi c’è il web, strumento e mezzo importante, ma per noi cresciuti senza tutti questi mezzi moderni vale sempre il parlare, lo stare assieme e il confronto diretto senza tastiere.
Speriamo che i Blokes potranno dare un piccolo contributo anche ai ragazzi più giovani, perché senza radici e passato non si va da nessuna parte.

Radio Punk: Siamo alla fine e vi ringraziamo moltissimo! Speriamo di avervi fatto conoscere ai nostri lettori e vi chiediamo semplicemente, da band giovane ma con componenti assolutamente esperti, cosa c’è nel vostro futuro, come vi muoverete e cosa ci dobbiamo aspettare dai Blokes dopo questo manifesto di guerra che è “Same Old Stories”

The Blokes: Sicuramente, nella consapevolezza che abbiamo altre priorità nella vita data la nostra età, vogliamo metterci nelle condizioni di suonare il più possibile, stare insieme e divertirci. Occasioni di suonare ne abbiamo tantissime ma inevitabilmente non possiamo accertarle tutte cause impegni e famiglie. Grazie a te per lo spazio concesso!

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