Intervista con gli Affluente

Chiacchierata con gli Affluente, band hardcore punk attiva dal 1992

Attivi fin dal 1992, gli Affluente non avrebbero bisogno di presentazioni. Principali rappresentanti del fondamentalismo hardcore italiano, sono ancora oggi musicalmente estremamente potenti e mai scontati. Con questa intervista cerchiamo di farveli conoscere un po’ meglio.

Radio Punk: È un piacere avervi a Radio Punk. Benvenuti! Per i miscredenti che ancora non vi conoscono, vi va di presentarvi?
Affluente: Certo! Siamo un gruppo Hardcore di Ascoli Piceno e Teramo con testi esclusivamente in italiano, suoniamo ormai da parecchio tempo, dopo vari cambi di formazione, da circa una decina di anni, la stessa si è stabilizzata con Gabriele alla batteria, Frensis al basso, Piero (sono io che ti sto rispondendo) e Juri alla voce e Frankie alla chitarra.

RP: La band si è formata nel 1992 ad Ascoli Piceno, cosa vi portò alla scelta di mettere su un gruppo?
A: La scelta fu di Carlo Cannella, lui cantava con gli Stige che si erano appena sciolti e ci disse che “aveva ancora qualcosa da dire”, così reclutò Frankie e Giorgio (che suonavano death metal con i Furious Burking) e insieme a Peppe, il batterista degli Stige (che è mio fratello) e me diede vita agli Affluente. la Primissima formazione era quindi Carlo alla voce, Peppe alla batteria, Giorgio al basso, Piero e Frankie alle chitarre. Se non ricordo male le prime prove le facemmo nell’agosto del 1992.

RP: Nei primi anni ’90 Ascoli ospitava addirittura gruppi come gli Agnostic Front. Ci raccontate un po’ la scena di quel periodo? Pensate che il fermento di quegli anni oggi sia ancora presente tra i giovani?
A: In quel periodo nella nostra piccola città di provincia c’erano molti posti dove suonare, c’era “Le Zanne” il locale dove suonarono appunto gli Agnostic Front e i Madball, c’era il centro sociale di Via delle Terme, che ospitò anche i Ratos de Porao, in un paese vicino c’era una discoteca sui pattini che Carlo affittava per organizzarci dei concerti (Ignite, Business, Slapshot), a San Benedetto del Tronto c’era il centro sociale “Totem e tabù” in cui si suonava ogni sabato sera. Oggi tutti questi posti non esistono più, sinceramente non so dirti cosa facciano i giovani di oggi, di certo, ad Ascoli Piceno, non seguono il Punk/HC. Io ho iniziato a seguire i concerti dal vivo che avevo 14 o 15 anni. Nei primi anni ’90 per condividere qualcosa con altre persone era necessario incontrarsi fisicamente, faccia a faccia, muoversi da casa e cercare posti e persone, oggi lo si può fare stando davanti ad un monitor, senza nemmeno riuscire a capire con chi stai effettivamente comunicando, e sinceramente lo trovo deprimente.

RP: Carlo Cannella, il primo cantante degli Affluente, nel suo libro “La Citta’ E’ Quieta…Ombre Parlano, Una Storia Punk” (titolo tratto da un album dei Peggio Punx) racconta la volontà che c’era all’epoca di cambiare le cose nella realtà ascolana. Vi rivedete nelle sue parole?
A: Penso che Carlo, con i suoi testi provocatori, volesse provare a cambiare la mentalità della nostra città ma non solo. Credo volesse proprio aprire la testa alle persone, e non solo in senso figurato per quanto riguarda qualcuno in particolare, tipo fasci ecc. Nel suo primo libro racconta principalmente le gesta eroiche di questi ragazzini inquieti e disagiati, in una città, Ascoli Piceno, ancora immersa in quel buio medioevo che qui da noi sono stati gli anni ’80. Naturalmente l’idea di cambiare la testa alle persone è quasi del tutto fallita, ma se non altro ci hanno provato, facendo quello che sentivano fosse giusto fare, e noi comunque ci ritroviamo completamente nei suoi testi che cantiamo ancora con convinzione.

RP: A proposito di Cannella, nel corso degli anni la formazione ha subito diversi cambiamenti, nonostante ciò il vostro stile musicale e la potenza dei brani non è cambiata né tanto meno ne ha risentito. C’è un segreto?
A: Credo che sia perché quasi tutti i pezzi sono stati scritti da me o da Frankie che siamo nel gruppo fin dall’inizio. Poi naturalmente incidono anche la gran voglia di suonare e l’incazzatura interiore verso certe cose che ci portiamo dentro da sempre.

RP: Secondo voi cosa manca alla scena punk-hardcore marchigiana e abruzzese per diventare incisiva a livello nazionale?
A: Nel giro di pochi chilometri, oltre a noi, dalle nostre parti abbiamo avuto gruppi come gli Straight Opposition, oggi ci sono i 217, i Mud, i VibrataCore, non penso che siamo messi male…..

RP: Da Logica Dominante ne è passato di tempo. Per come sta andando l’Italia, secondo voi c’è da stare più incazzati ora rispetto a 20 anni fa?
A: Forse quando hai venti o trent’anni vedi il futuro con più ottimismo, però credo che oggi la situazione sia peggiore, sia da un punto di vista culturale, che dal punto di vista dei rapporti tra le persone e dal punto di vista politico. Penso che tutta la socialità sia crollata, seppellendo le persone sotto le macerie dell’indifferenza e dell’egoismo, solo che in pochi se ne rendono conto. Quindi c’è da stare più incazzati oggi rispetto 20 anni fa.

RP: Parlando di argomenti un po’ più leggeri, avete suonato in tantissimi luoghi, ci raccontate l’episodio più assurdo o divertente che vi sia successo? E qual è invece il miglior concerto al quale avete assistito?
A: Un episodio che spesso rievochiamo tra di noi riguarda un concerto a Lodi: dopo il concerto il mixerista, che ci doveva ospitare, ogni tanto veniva da noi, trafelato e sudato come un pesce nonostante fossimo in pieno inverno, e ci diceva “Affluente, cinque minuti ed andiamo a dormire”………. è andato avanti così per almeno due ore! Il mattino seguente, prima di ripartire, volevamo lasciargli una maglietta come omaggio per l’ospitalità, ma la rifiutò categoricamente esclamando:”non indosso magliette con le scritte!”. Per quanto riguarda il miglior concerto non saprei cosa risponderti, ogni volta che vedo altri gruppi suonare vedo cose interessanti (tranne in rari casi).

RP: Con i social che rapporto avete?
A: Abbiamo una pagina Facebook dove postiamo foto e video, molti la usano per contattarci per i concerti, ma non siamo molto social.

RP: I vostri tre dischi preferiti di sempre?
A: Per me sono Il primo dei Suicidal Tendencies, Rock for light dei Bad Brains e Liveage dei Descendents.

RP: Che consiglio dareste a dei giovani musicisti che vogliono seguire la vostra strada e qual è il miglior consiglio che avete ricevuto?
A: Credo che una cosa importante per un gruppo sia la coerenza, sia a livello di testi, ma anche a livello musicale, quindi consiglierei di non seguire le mode del momento e di suonare quello che più ti piace e di restare “non soggetto al cambiamento”. Poi, visto che si parla di Punk/HC credo sia necessaria anche una buona dose di perseveranza e caparbietà. Un buon consiglio ce lo diede “Il Sardo” dicendoci di stampare delle nostre magliette (cosa che non avevamo mai fatto fino a qualche anno fa), e devo dire che aveva ragione! Si vendono più dei dischi…

RP: Grazie mille per la chiacchierata. Concludiamo lasciandovi lo spazio per aggiungere ciò che volete!
A: Volevamo salutare e ringraziare Tommaso e RadioPunk, ma anche chi ci segue, sia da tanti anni che da tempi più recenti, tutte le etichette indipendenti che hanno coprodotto i nostri dischi , tutti i gruppi con i quali abbiamo condiviso dischi e palchi, e tutti quelli che stanno leggendo questa intervista!

Intervista a cura di Maria Ve