KALASHNIKOV, MINORANZA DI UNO, SOVIET ORDER ZERO, LA HAINE – SAN GIORGIO DI NOGARO (UDINE), 10 Ottobre 2015

La sera di sabato 11 ottobre si è tenuto un concerto a San Giorgio di Nogaro (sperduto centro abitato del Friuli meridionale), nel piccolo ma caloroso spazio sociale autogestito denominato Tai Gjai, non estraneo ad iniziative di questo genere. Le band impegnate nella serata erano: La Haine, Minoranza di Uno, Soviet Order Zero e Kalashnikov e ogni band ha avuto all’incirca mezz’ora a disposizione per effettuare la propria proposta. La serata si è svolta all’insegna dell’antifascismo militante, in quanto nel tardo pomeriggio si è tenuta in sede la presentazione del volume “Resisto! – Dieci anni con te, dieci anni senza te”, edito dalla Redstar Press e curato dall’Associazione Antifascista Dax 16 marzo 2013 e in parte minore dal Mutuo Soccorso Bandito. Il volume tratta dell’omicidio dell’attivista antifascista Davide “Dax” Cesare, assassinato a causa della sua appartenenza politica da tre fascisti, e dei fatti della Notte Nera di Milano (in cui i poliziotti hanno niente meno che picchiato brutalmente e senza ragione alcuna i compagni del giovane assassinato accorsi all’ospedale, per poi tentare di salvare la faccia accusando le vittime del pestaggio di “aver tentato di prelevare la salma dell’amico”). Inoltre il libro fornisce una panoramica di dieci anni di storia del movimento antifascista milanese e abbondanti riferimenti ad altre vittime del neo-fascismo emergente e della labile psiche che in media possono vantare i cani in divisa dello stato (altrimenti detto fascismo istituzionale o morti di stato), il tutto corredato da ottime foto a colori e disegni diel fumettista Zero Calcare.
In seguito alla presentazione del libro lo spazio adibito per il concerto si fa presto affollato di bella gente. I primi a farsi sotto sono i La Haine, giovane gruppo proveniente da Udine fautore di un  post-punk/shoegaze/noise, genere assai discordante con quello delle altre band presenti. Essi si sono  rivelati una piacevole sorpresa, con uno stile energico e grintoso (se con post-punk pensavate che il sottoscritto intendesse cose alla Joy Division vi sbagliavate…Certo vi è l’innegabile influenza della celebre band di Manchester sul quartetto friulano, ma gli UK Decay paiono più adeguati come citazione per quanto concerne il caso in questione) ed una presenza scenica non indifferente (strumenti finiti più volte a terra, lancio delle bacchette da parte del batterista, il cantante che quasi si è mangiato il microfono, distorsioni e rumore a caso sul finale…Insomma, attitudine punk sulla scia dei gruppi britannici che imperversavano sul finire degli anni settanta).
I Minoranza di Uno provenienti dalla provincia di Gorizia si sono premurati di presentare invece un buon hardcore punk old school dalla durata media di sessanta-novanta secondi e testi improntati su una linea prettamente libertaria, con ottime qualità liriche. D’altronde è il caso di ricordare le origini dei componenti, ovvero due precedenti band della medesima regione: Il Teatro delle Ombre e Spacciatori di Musica Stupefacente, entrambi eccellenti gruppi che presentavano liriche che rasentavano talenti cantautorali.
I Soviet Order Zero da Milano hanno suonato invece un ottimo hardcore DIY con un’attitudine più metallica, eseguendo anche un’ottima cover degli Spacciatori di Musica Stupefacente, molto partecipata da parte del pubblico.
I Kalashnikov di Milano, chiaramente la punta della piramide della serata, si sono dimostrati all’altezza delle (notevoli) aspettative, anzi, di più. Ben presto la situazione già abbondantemente scaldata dalle precedenti band di ottima caratura è divenuta caotica. Chi sperava di poter seguire in tutta calma il concerto si è ben presto ritrovato ad imprecare, visto il soddisfacente casino e il pogo che si è formato innanzi ai musicisti, con gente che si è messa ad urlare assieme alla cantante “Sonia Contro la Grande Distribuzione”, “Quando le macchine si fermeranno” e “Metropoli”. Il collettivo è nato in uno squat di Milano nel 1996 e ha all’attivo un buon numero di bellissimi
dischi sfornati negli ultimi anni (“Dreams For Super-Defeated Heroes”, “Angoscia-Rock”, “Living In A Psycho-Caos Era”, “Vampirizzati Oggi”, “La Città dell’Ultima Paura”, lo split con i Contrasto “Come Il Soffitto di Una Chiesa Bombardata” e l’ultimo lavoro, risalente al maggio di questo anno, “L’Algebra Morente del Cielo”). Si considerano un collettivo in quanto ritengono il termine maggiormente atto a descrivere il loro caso, superando la definizione di band o gruppo musicale in cui gli individui in linea di massima si avvicinano semplicemente per suonare ciascuno il suo strumento, mentre i Kalashnikov preferiscono optare per un insieme di persone impegnate in
favore di un certo fine, con l’esaltazione delle idee e non del divismo edonista dei singoli individui. La loro attitudine, i booklet contenuti nei loro cd e la loro politica di distribuzione del materiale lo dimostra. Il loro stile è libertario oltre che nel contenuto anche nella forma e nella sostanza, ignorando i facili sloganismi di sorta, abbracciando un approccio addirittura “progressive”, pur senza discostarsi dal punk. Ciò non significa che la band si avvicina al post-hardcore di certe band dalla vana pretesa di essere originali divenendo invece dozzinali e dispensatrici di sensazioni di déjà-vu. I Kalashnikov sono ben più di questo, vanno oltre la definizione di punk, ottenendo risultati che non hanno paragoni. Il loro è un hardcore dalle molteplici sfumature e un certo sperimentalismo di fondo (a riprova di ciò vi sono le inusuali tastiere, che Not Moving a parte ben poche band punk hanno saputo padroneggiare con la stessa efficacia), le liriche sono pregne di
poetica e romanticismo (oltre che incentrate nella denuncia dell’alienazione causata dal capitalismo e dall’autoritarismo imperante… il gruppo/collettivo non per nulla si autodefinisce “romantic anarcho-punk”). L’abilità tecnico-strumentale è considerevole (rincarata da brani interamente o quasi strumentali come “I Vermi della Terra”), la voce della cantante è splendida e ricca di sfumature… Insomma, sicuramente uno dei gruppi più originali e dotati dell’attuale scena italiana.
La serata è stata come già detto molto calorosa, la gradazione alcolica per i non straight edge e gli sfortunati guidatori è stata notevole e il fatto di trovarsi in uno spazio non certo enorme non si
è rivelato una penalità, anzi, addirittura un arricchimento. Una bandiera antifascista dedicata a Dax su cui campeggiava la scritta “Antifascismo è anticapitalismo – Dax resiste!” è rimasta appesa alla
batteria per tutta la durata del concerto. Detto questo, il miglior modo per concludere è innanzitutto invitare i lettori a farsi un eventuale giro nello spazio sociale Tai Gjai, e rimembrare il compagno
cui era dedicata la serata: Dax vive e lotta insieme a noi!