Quello che vivo
Pensieri su quello che vivo e sulla scena
Sono giovane, ho 25 anni ma ascolto “punk” da quando ne ho 15. 10 anni ad ascoltare accordi pieni di suono distorto e non solo! Poi scoprii molti altri generi che tutt’ora ascolto: goregrind, Oi!, hc, sludge, hip hop, rap, ska, reggae.
Quando si parla di “SCENA” non si riesce mai a capire di cosa si parla all’inizio ma dopo riesci a percepire nelle tue orecchie, nella tua mente e sulla tua pelle ogni cosa che fino a prima era totalmente oscurata o addirittura invisibile.
Dal primo concerto a cui andai riuscii subito a percepire qualcosa di autentico.
Negli anni a venire capì che è una cosa unica. Sono riuscito a capire cosa significava la lotta, da quella contro il razzismo a quella di classe, il DIY, l’autogestione, palestre popolari e molte altre cose…
Tra concerti, sbronze, trasferte ho conosciuto persone che ritengo fratelli/sorelle o addirittura una famiglia unica. Nella normale vita esci per bere nei localini X e ti accompagna la solita routine del cazzo, le solite “vasche” per il centro e così via. Insomma fai ‘na vita di merda. Nella scena ci sono cresciuto attraverso racconti/rimproveri/consigli dai “più vecchi” e certe esperienze personali tengo a sottolineare che non le scorderò mai.
Diffidate da chi ne sparla, di sicuro avrà soltanto la lingua bagnata e basta.
“Questa non è solo musica”
Un abbraccio Radio Punk.
E lunga vita a chi supporta tutt’ora questa vita e a chi organizza concerti/festival.
Anonimo