immagine copertina editoriale 1 giugno 2020 radio punk

Radio Punk Editoriale 1 – Giugno 2020

Dietro le quinte, editoriale 1: tutte le novità, noi e voi

Feedback del primo periodo. Che ne pensate dei nostri cambiamenti?

Incredibile ma vero, è passato un mese e mezzo circa da quel 14 aprile, data in cui abbiamo pubblicato l’editoriale zero e con nostra immensa emozione ci apprestavamo a farvi vedere il nostro nuovo sito, le nuove grafiche, i nuovi testi e soprattutto a spiegarvi del nostro nuovo modo di vedere Radio Punk, cercando di abbattere le barriere del NOI/VOI lanciando la call sempre aperta a chiunque voglia mettersi in gioco.
Un altro aspetto e uno degli obiettivi di questo nuovo corso è cercare di aprire un dibattito positivo, dove discussione e confronto fra chi fa parte della grande sfera del DIY siano realmente improntati sul rispetto reciproco e il cercare di crescere, riflettere, dire la propria e migliorarsi.

Siamo consapevoli che i social e internet in generale non sono il luogo migliore, scambiare i post, gli articoli e le pagine per un immondezzaio è cosa ormai all’ ordine del giorno. Però riteniamo che questo sia uno dei tanti modi per restare in contatto con chi ha voglia di costruire e in attesa di affrontare magari nel prossimo editoriale questa spinosa questione, a questo punto la domanda è d’obbligo. Di questo primo periodo, di tutte le novità: cosa ne pensate? Che critiche costruttive vi sentite di farci? Via col dibattito! 

Ancora novità! Riprendiamoci il nostro tempo!

Vorremmo inoltre parlarvi di una cosa che da qui in avanti, nelle nostre pubblicazioni future avverrà. Una piccola ma significativa novità. Ad oggi abbiamo sempre condiviso tutto, sia sul sito che sui nostri social ma abbiamo riflettuto molto e siamo giunti ad una conclusione. Sentendo i racconti, leggendo fanzine, confrontandoci con diverse persone, pensiamo sia semplicemente folle continuare a inseguire i ritmi imposti dai social e dai suoi diabolici algoritmi e che è ancora più folle pensare che in un ambito di nicchia e di passione come quello punk e DIY tutto debba essere così passivo.

Difatti se si parla di passione, di attitudine, di dedizione, non possiamo aspettare che tutto ci rimbalzi addosso, non possiamo subire le informazioni perché ce le butta addosso la bacheca che stiamo scrollando disinteressati. Bisogna che ce le andiamo a prendere e non tanto perché così si faceva una volta, ma perché questo è il significato che noi diamo di passione e amore per questa controcultura.

I nostri contenuti da un mese e mezzo sono cambiati notevolmente, NON sono usa e getta. C’è un sito, alla voce “Chaos” troverai tante belle cose fatte dalle più disparate persone che si stanno prendendo benissimo a partecipare attivamente. In qualunque momento potrete farvi un salto su radiopunk.it e leggervi qualunque cosa, anche scritta molto tempo fa.

In quest’ottica ecco la novità: continueremo a usare i social, ma non tutti i nostri contenuti li troverete su facebook, non tutti li troverete su instagram. Moltissimo materiale lo metteremo solo sul sito per valorizzarlo e perché non ci interessa del like, ma della fruizione del contenuto e del provare tutti insieme a capire quanto scritto sopra. Torniamo a essere padroni di noi stessi e del nostro tempo, andiamo a sostenere attivamente tutte le realtà e progetti che si sbattono proponendo idee, pratiche e contenuti. Solo così potremo realmente tornare a parlare di passione. Abituiamoci a non subire le “informazioni”, ma ad andare a prendercele, quando, dove e come vogliamo. Leggi, diffondi, partecipa!

Qualcosa su di noi / la nostra quarantena

La quarantena ci ha colpiti tutti in maniera differente, indipendentemente dalle nostre abitudini ci siamo trovati tutti a condividere un’immobilità generale, a ritrovarci rinchiusi in spazi conosciuti che sono iniziati ad apparirci più stretti rispetto al giorno prima. Si è sentito paragonare il lockdown a degli arresti domiciliari, ecco, forse è una grande esagerazione, ma sicuramente abbiamo avuto modo di riconsiderare i privilegi che fino a marzo non ci accorgevamo di avere. Questa situazione di staticità ci ha colpito in maniere differenti come differenti sono le nostre personalità, qualcuno di noi, inizialmente, è stato sopraffatto dalla claustrofobia, dalla mancanza degli spazi aperti, del sudore dei concerti e degli allenamenti in compagnia. Qualcun altro ha lavorato in smartworking, senza avere tempo libero per cucinare manicaretti o imbiancare casa…

Doversi fermare, privarsi di quelle valvole di sfogo è stato difficile, nella difficoltà però si individuano i porti sicuri, gli spazi di libertà che ci permettono di respirare. Radio Punk è stato anche questo, uno spazio libero in cui ricaricarsi di aria pulita, tra una risata e un azzardo. Noi ci siamo messi in gioco, per necessità di cambiare, per necessità di andare avanti. Chissà se stiamo giocando bene… quello che è sicuro è che, quando è stato possibile, siamo usciti dalle nostre case più uniti di prima. In una vita che era diventata solo dovere, deprivata di passeggiate e incontri con le persone care, per tutti noi Radio Punk è stata un’ancora di salvezza. Vedere volti amici nelle riunioni online, impegnare il poco tempo residuo in un progetto comune dettato solo dalla passione, ci ha aiutato a combattere l’alienazione dell’isolamento forzato.

Come sapete, oltre al sito abbiamo anche una distro, e come tutti gli artigiani, banchettari, etichette, collettivi, band e co. abbiamo subito una bella mazzata e quei quattro spicci che ci permettevano di fare benefit, investire nelle co-produzioni e mandare avanti la baracca economicamente, sono venuti a mancare. Tuttavia questo è nulla in confronto al danno relazionale che abbiamo subito noi tutti, di radio punk e non.

Infatti, in qualsiasi maniera abbiamo o abbiate vissuto questo periodo difficile che ancora purtroppo pare lungi dal concludersi, quello che sicuramente ci accomuna è la mancanza dei concerti dal vivo. Mentre in una prima fase la tendenza sembrava quella di ripiegare sul virtuale (vedi qui una riflessione sull’argomento), col nuovo decreto arriva una proposta beffarda: sì, i concerti si potranno fare, ma con spettatori a numero limitato, seduti, distanti e senza somministrazione di cibo o bevande. Una formula che può andar bene a occhio e croce solo per un concerto di musica classica. Infatti, con queste limitazioni inaccettabili, continuano a fioccare gli annullamenti di tour, festival, concerti e concertini.

Sappiamo ormai che ci aspetta un’estate senza concerti, ma in futuro? Nessuno sa veramente come si evolverà la situazione. Quello che è certo è che ci mancano tremendamente gli assembramenti sotto il palco con tutti i risvolti sociali che comportano, l’amicizia, la condivisione, la militanza. Perché la nostra non è solo musica, ed è incompatibile con il distanziamento sociale.

La nostra call è sempre aperta. Partecipa!

Questo distanziamento ci ha infatti negato la possibilità di poter condividere con voi la nostra scelta di cambiamento, farvi capire quanto importante è per noi collaborare, ricevere feedback e contenuti, vogliamo quindi ribadire che la nostra CALL è sempre aperta! Ogni volta che riceviamo un articolo, un disegno o una riflessione troviamo nuovi stimoli: non è solo materiale da condividere, è un’occasione di confronto e arricchimento per chiunque legga. Detto ciò, se hai qualcosa da dire contattaci, anche se non hai le idee chiare, ne discuteremo assieme!

Concludiamo ringraziandovi di tutto l’affetto che ci avete mostrato. Non vediamo l’ora che il dinosauro ritorni presto al suo posto nella vita reale!

Radio Punk Crew