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Recensione: Dischordia – Let The Queen Die

Don’t let the Scene die

Avete presente la miriade di band che suonano Hardcore melodico in italiano? Ecco, neanche io. OK, forse così sarebbe generalizzare un po’ troppo ma l’argomento mi sta particolarmente a cuore, in quanto reputo la lingua nostrana il perfetto veicolo per creare le dolci melodie tipiche dello skatepunk, così come far passare i pungenti messaggi che necessitano di una voce più sporca. Con questo punto di vista prettamente personale in mente mi approccio a “Let the Queen die”, nuovo lavoro dei Dischordia, formazione fiorentina formatasi nel 2018, con un sorriso stampato in volto. Espresso quasi completamente in italiano, a discapito del titolo, l’EP in questione è formato da 5 tracce in pieno stampo “California negli anni ‘90”, con una produzione forse un po’ grezza, ma che fa decisamente il suo lavoro, lasciandosi ascoltare volentieri per l’intera durata del disco. A livello strumentale, le chitarre fanno un egregio lavoro in fase di scrittura, lasciandosi anche andare in sporadici assoli (altra arte morente al giorno d’oggi ahimè), mentre la sezione ritmica (veloce e cattiva con linee di basso che funzionano perfettamente come collante tra ritmo e melodia) funziona da macchina del tempo per riportare l’ascoltatore negli anni d’oro dello skatepunk, solo che al posto di 88 miglia orarie, qui si parla di 200 e oltre BPM. Vocalmente l’album funziona decisamente bene, con melodie decisamente azzeccate (vedi il ritornello di “Rancore”) e testi che si raccontano in modo ragionato. Una menzione speciale va alle grafiche del disco, subito accattivanti e ben realizzate. Insomma, “Let the Queen die” non mira a sbalordire l’ascoltatore ma a proporre una solida alternativa underground ai grandi nomi del genere, un ascolto sicuramente stra-consigliato agli amanti dell’hardcore melodico d’oltreoceano o semplicemente a chi vuole riprendere in mano lo skateboard supportando allo stesso momento una scena che, al contrario della regina, non dev’essere lasciata morire.

Voto: 8/10

Recensione e traduzione by Teo