Recensione: norse – s/t

Il debutto dei norse, tra lacrimoni e pugni nello stomaco

Avete presente quel senso di soffocamento, quei momenti in cui vorreste urlare ma la voce vi si strozza in gola, e non potete far altro che lasciarvi trasportare dalle emozioni, impotenti di fronte alla vostra impotenza?
Quei pomeriggi in cui la tua vita scorre davanti ai tuoi occhi e tu sei costretto a osservare.
Provi a distogliere lo sguardo, ma sei irrimediabilmente destinato a tornare a guardarla, a volte distaccato, a volte troppo coinvolto.
Questa è la sensazione che ho provato io ascoltando questo disco, il primo lavoro dei norse da Biella.
Un disco duro, un disco pesante, eppure dalle atmosfere così fragili che quasi hai paura di romperle.
Un potentissimo miscuglio di screamo e hardcore, un concentrato di emozioni forti per cuori deboli, uno spaccato di esistenza in cui sei inevitabilmente costretto ad immedesimarti.
Inutile star qui a raccontarne le caratteristiche con tono giornalistico, non ha senso e non renderebbe giustizia a questo album.
Non perché sia un capolavoro intoccabile (anche se al sottoscritto è piaciuto parecchio), ma perché è un disco che parla da solo, che va ascoltato e compreso, amato, odiato, ignorato, ma che è davvero difficile da raccontare a parole.
Statene alla larga nelle vostre giornate felici, immergetevici quando avrete voglia di farvi del male.
Difficilmente vi scorrerà addosso senza lasciare traccia.