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Recensione: WaterTower – WaterTower

WaterTower: 30 candeline di punk

A suggello dei 30 anni di carriera, i WaterTower tornano sulle scene con un album omonimo ricco di sonorità che spaziano tra diversi stili musicali. Pubblicato da Rocketman Records, il disco si pone come apice di un percorso di maturazione che galleggia tra il punk, lo ska e l’hardcore, aggrappandosi a influenze come Motorhead, Doors, Elvis Presley e Johnny Cash.
Il gruppo formatosi nel 1989, oggi pubblica la sua ultima fatica in studio dal mood molto anni ’80 con la qualità sonora odierna. 8 brani che fanno ricordare le stagioni d’oro dei centri sociali milanesi, come il Leonkavallo o il Garibaldi. I testi, espliciti e comunicativi, trascinano l’attenzione dentro a ciascun pezzo e gli arrangiamenti musicali accompagnano in modo piacevole l’ascoltatore da “Quello che ho” fino a “Umano Disumano”. Ad esempio, la presenza dei fiati è ben dosata e non annoia, come invece a volte capita in alcuni dischi eccessivamente ska-punk, mischiandosi bene al resto della sezione ritmica.
Consigliato ai punk più brizzolati ma che strizzano l’occhio anche alla produzione moderna.

Voto: 7

Recensione a cura di Ruiha