Recensione: Zona d’Ombra – Tensioni e Distanze

Musica per corpi vivi e cuori ardenti

Come annunciato dagli stessi Zona d’Ombra sui media, questo è un disco anacronistico, fuori da questo tempo frenetico e confuso. 13 tracce, poco più di mezz’ora di ottimo hardcore, 35 minuti di musica e pensiero. 13 tracce da consumare, testi da leggere più volte, testi di storie vissute, storie da vivere.
Il disco si apre con “Nel Fango”, 4 accordi, tupa tupa tupa e siamo nel mezzo di un vortice HC che ci accompagnerà fino alla fine. La voce di Kanz è precisa, chiara, carica di rabbia, chitarra e basso energici. Non si perde un colpo. Prima traccia prima storia, storia di corpi erranti, genti in fuga, tema ricorrente in questo disco , tema che riguarda tutti e tutte noi, chi è in fuga da una guerra, “in un mare che è terra di nessuno, son sogni che hanno un costo” (Naufraghi del Mondo), chi da una periferia odiata, “alla metropoli rispondiamo con un perdersi e un trovarsi, in nuove isole liberate dai nostri cuori di balena” (Orizzonte Vanessa)
Il disco prosegue fluido, con ritmi incalzanti. “Tensioni e distanze” non è solo il titolo, ma il filo conduttore, tra i testi traspare una forte spinta alla rivolta, un invito alla lotta: “da una clessidra senza più sabbia si alza la nostra tempesta di rabbia” (Distanze), “Il freddo che loro non hanno è la scintilla che ti infiamma, mosaico incomponibile della tua coscienza” (Tensioni).
“Da angoli bui” rappresenta la congiunzione tra questa ricerca di riscatto e il punk, racconta una storia che può sembrare anche nostra, “odiavo la Padania, amavo i suoi nebbioni […] e poi il punk mi ha reso migliore, la critica e la rabbia dell’hardcore, quando suoni e parole servono per capirci, quando i microfoni a più mani servono per unirci”. Nulla da aggiungere.
Un disco anacronistico, un disco da non perdere e da ascoltare a ripetizione.

Recensione a cura di Max