immagine per l'articolo Tales From The Distro Small Thing e Dr. Zaius

Tales From The Distro (Ep. 2): Small Thing / Dr. Zaius Split

Nella seconda puntata di Tales From The Distro parleremo dello split tra Small Thing e Dr. Zaius con tanto di intervista doppia!

Dopo l’episodio pilota che ci ha visto parlare di “La Provincia Odia”, 7” dei C4, torniamo alla carica con la rubrica Tales From The Distro con lo split tra Small Thing e Dr. Zaius. Breve spiegazione di come funziona e perchè nasce: sostanzialmente descriviamo brevemente lo split, poi lasciamo la “parola” alla/alle band coinvolte nel disco con un’intervista e infine alleghiamo l’eventuale materiale che c’è riguardo quest’uscita (in questo caso non ne abbiamo trovato!). Il perchè è semplice, volevamo supportare le band e allo stesso tempo continuare a parlare di dischi che avevamo contribuito a far uscire senza risultare auto-referenziali, ma semplicemente presentandolo e dando voce alle band.

Partiamo!

Una delle nostre più recenti co-produzioni, va a supportare due band amiche ovvero Dr. Zaius e Small Thing. La cosa ancor più emozionante è che oltre a noi, c’è solo un’etichetta che ha prodotto il tutto, ovvero nientepopodimeno che Flamingo Records, grandi amici anche loro e se passate a Genova dovete passare dal loro negozio!

Ma ci sono altri due motivi che rendono per noi questo EP speciale: intanto abbiamo messo lo zampino affinchè le due band si conoscessero, ci sentiamo responsabili o colpevoli, a seconda dei punti di vista; e poi siccome Albe di Flamingo e Small Thing sosteneva che non avrebbero venduto una mazza, ha fatto centomilionidimiliardi di copertine colorate in maniera diversa per rendere la cosa accattivante agli occhi dei collezionisti, noi di Radio Punk siamo gli unici distributori della copertina nera con scritte bianche.

Parlando dello split, è uscito in questo 2021 ricco di novità e ha 3 brani per il lato degli Small Thing da Genova, punk rock melodico ma che sa anche essere grezzo e tagliente al punto giusto e 2 brani per i Dr. Zaius da Padova, hardcore molto anni ’80 ma che non discosta troppo dal punk rock proposto dai genovesi. Bei riffoni e grande impatto. La cosa che accomuna le due band sono sicuramente l’ironia e queste voci taglienti e urlate molto Leftover Crack!

Vi lasciamo alla nostra chiacchierata con la band!

TALES FROM THE DISTRO: Intervista doppia a Dr. Zaius e Small Thing

Radio Punk: Ciao raga, partiamo con un po’ di storia. Chi siete, che fate, dove andate, un fiorino! (cit.) Ma soprattutto, dove vi formate: in che contesti e luoghi e come decidete di mettere in piedi una band.

Small Thing: “Raga” mi sembra eccessivamente confidenziale, ma sorvoliamo sulla vostra maleducazione da frikkettoni che non danno del Lei. Gli Small prendono forma nel 2017, quando io (Albe, basso e grasso) e David (chitarra del metallo) sentivamo il bisogno di un progetto dove convogliare la creatività che con grande ingenuità sentiamo di avere. Le band secondo noi si creano attorno a batterista e cantante, abbiamo realmente ingranato quando tramite un annuncio (che recitava “cercasi cantante cane”) abbiamo conosciuto Monica (che è più un gatto che un cane), decidendo quindi di plasmare attorno alla sua voce una band di vaga ispirazione Leftover Crack. Così abbiamo chiesto a Roccia di unirsi alle pelli, visto che sa sia cantare molto bene che suonare la batteria (un po’ meno bene ma comunque decentemente) ci sembrava la scelta ideale, oltre ad essere l’unico batterista che abbiamo trovato ad avere le mani, that’s it!

Dr: Zaius: Hola! Siamo I Dr. Zaius. Siamo quattro ebeti che vivono tra Padova e provincia. Ci siamo formati più o meno cinque anni fa, ovviamente in un bar. Il tutto nacque quasi per gioco, volevamo solamente suonare e non avevamo nemmeno chiaro cosa ne sarebbe venuto fuori. Nel frattempo quel bar ha chiuso, mentre noi siamo ancora qua. Abbiamo solo cambiato bar.

Radio Punk: Visto che parliamo dello split in questa puntata di Tales From The Distro, due domande al volo: come vi siete conosciuti tra le band (se non erro un pochino c’entriamo anche noi!) e poi la domanda che tutto l’universo si pone dall’uscita dello split: ma che è la copertina? Perchè?! Siete solo alcolizzati o c’è una dietrologia e un ermetismo degno di Ungaretti?

Small Thing: La copertina fa cagare, ma l’ha fatta Rash dei Dr. Zaius, quindi è colpa sua ahahah , no, ti voglio bene amico mio.  È uno shot di Tequila, secondo me i pezzi dello split sono come dei cicchetti, li butti giù senza pensarci e nonostante in realtà la tequila non ti piaccia pensi “hey, non è malaccio, dura poco, mi rincoglionisce e mi scioglie”. Rash è stato il primo al mondo a comprare il nostro disco precedente senza che ci conoscesse, inoltre, non me ne vogliano gli altri, ma era uno dei migliori a scrivere recensioni su Radio Punk,  una cosa tira l’altra e ho scoperto che la sua band era fotonica e che condividevamo la passione per tanti gruppi, i film di merda e il black humor, una cosa tira l’altra.

Dr. Zaius: Esattamente, io (Rash) avevo sentito gli Small Thing e mi eran molto piaciuti. Poi ho comprato il loro primo album e la cassetta dalla vostra distro qualche mese prima che il covid ci sminchiasse la vita, di lì a poco ho iniziato a scrivermi con Alberto e la cosa ha preso forma. La copertina è stata una scelta rapida, è un’immagine che ho trovato in un librone sui vari distillati e cocktail che ho a casa. Ci è piaciuta e abbiamo deciso di usarla.

Radio Punk: Siete fortunati, noi abbiamo smesso di fare da anni domande tipo: dove nasce l’ispirazione e il significato del vostro nome per dare spazio a domande ancor più brutte e scontate. Quindi mo vi beccate sto domandone, ovvero raccontateci un po’ la vostra scena locale: punk, diy, underground, posti, spazi sociali, band, di tutto e come ve la vivete voi.

Small Thing: Per fortuna ci sono tanti spazi sociali, Monica è da più di 20 anni nel collettivo del Terra di Nessuno dove organizza concerti punk da una vita, poi ci sono Zapata e Buridda dove spesso si fanno cose. Con altri ragazzi della città è nato il collettivo Adescite che una volta l’anno organizza un bel festivalone dedicato all’autoproduzione. C’è una marea di gruppi di ogni genere, dal pop punk allo sludge passando per l’hardcore, mi piace il fatto che  non ci sia un genere predominante, secondo me non è necessario essere un gruppo hardcore per suonare in determinati spazi, l’importante è l’attitudine, non il genere. L’unica cosa che manca al momento è un live club “regolare” chissà che non cambi qualcosa in futuro. Ah, poi c’è un negozio di dischi di merda dove ogni tanto la gente si becca per sparare cazzate e toccare i vinili con le dita unte di focaccia o appiccicaticce di succodiluppolo…

Dr. Zaius: Il Veneto, come Padova del resto, va molto a fasi alterne, per lo più legate a ciclo di sgomberi e chiusure che saltano fuori a scadenza periodica. C’è gente, c’è giro, ci sono pure un casino di gruppi validi, ma ora come ora mancano spazi dove suonare ma, soprattutto, dove frequentarsi e conoscersi. Ci manca un casino la Marzolo Occupata, dove peraltro abbiamo avuto la fortuna di suonare diverse volte oltre ad averci visto un fottio di gruppi della madonna.

Radio Punk: una domanda che vorreste rivolgere all’altra band?!

Small Thing: Mi sono sempre chiesto perché un gruppo del livello dei Dr. Zaius non suoni mai, non abbia mezza canzone online e non abbia attorno un minimo di scena (chessò, organizzare robe) è una scelta, una necessità o fate proprio cagare a vivere?

Dr. Zaius: Perché nel fantasmagorico format della cover sbronza (per chi non lo conoscesse, andate sul canale youtube della Flamingo Records, subito!) usate la vodka Keglevic? La associo a ricordi inenarrabili e a maree di acidità di stomaco. 

Radio Punk: beh…qui mettiamo le risposte che hanno dato le rispettive band alla domanda dell’altra. Praticamente facciamo i mediatori in questa domanda…

Small Thing: Perchè siete degli ubriaconi disattenti. Non Beviamo Keglevic ma Knezevich, distillata direttamente in Croazia dagli zii giostrai di David (il chitarrista, ndr).

Dr. Zaius: Noi facciamo effettivamente cagare a vivere e non solo hahahah No vabbè dai i nostri pezzi sono online, su bandacamp e youtube si trovano hahaha. Siamo sicuramente quattro cazzoni che non sanno nemmeno come si scrive la parola hype (l’abbiamo cercata su google n.d.a.). Per quanto riguarda l’organizzare concerti ed iniziative in zona, per il momento abbiamo una carenza endemica di spazi. Il mio sogno (Rash) è convincere i gestori cinesi del mio bar di fiducia a farci suonare, così mi fanno credito e posso tornare a casa a piedi.

Radio Punk: Siccome siete dei geni del marketing e l’inserto di questo split è la più grande genialata di sempre (per i lettori: siamo sadici, compratevi il 7”, non vi diciamo cosa c’è, tiè!), vorremmo sapere cosa si può fare per incentivare l’acquisto di dischi, incentivare la gente ad andare ai concerti, alle iniziative ecc. Siamo una scena un po’ apatica ultimamente, sia nell’andare ai concerti che nell’avere passione di ascoltare nuova musica e comprare il supporto fisico. Che si può fare? E come si possono avvicinare i ggggiovani?

Small Thing: Visto che chi scrive ha un negozio di dischi, ti rispondo che se lo sapessi sarei ricco ahahah. No, cazzate a parte, l’unico modo che conosco è “fare cose”, dare un’alternativa a Netflix e al nulla cosmico, all’inizio ti seguiranno in due poi, se la cosa è valida, in tre e così via. Durante gli ultimi concerti al TDN abbiamo notato un incremento dei pivelli, sono giovani, colorati, punk, metallari, emo, insomma un bel put pot-pourri di esseri umani che si muove e respira senza che nessuno gli rompa le palle, la musica serve a questo, ad unire la gente, non a dividere il crust dall’emo o dal metallaro, uno dei gruppi più amati dal mio giro di amici punk rocker sono i Sator che fanno sludge, per dire.

Dr. Zaius: Non crediamo che i giovani vadano ‘avvicinati’, quanto piuttosto non allontanati. La gente che si avvicina a certi contesti e sonorità c’è, basta non fare gli elitari del cazzo e mettersi ad isolarli o prenderli per il culo. Noi ci siamo avvicinati e conosciuti in questo ambiente proprio perché non ci sentivamo giudicati, potevamo farci i cazzi nostri e conoscere gente con cui condividere qualcosa. I dischi si vendono quando si parla di musica, quando c’è scambio tra pari e quando ci si diverte. Se una serata è popolata solo da vecchi tritacoglioni immusoniti, non c’è da lamentarsi se dei ragazzi magari non ancora maggiorenni preferiscono fare dell’altro, chiamali scemi! Nessuna pietà per la terza età!

Radio Punk: Parliamo ancora un po’ di musica, poi basta però eh. Il disco spacca e il connubio tra il punk rock e l’hardcore è stata una scelta azzeccata. Pensate sia stato un azzardo col senno di poi lanciare un disco in questo periodaccio pandemia o c’era bisogno di non stare fermi? E ora cosa succede, lo portate in giro per un po’, avete intenzione di fare un po’ di date assieme, fare nuova musica, che c’è nel vostro futuro? 

Small Thing: Tanto i nostri dischi non li vuole nessuno, quindi che escano in pandemia o a Natale è la stessa cosa. A noi piacerebbe portare qui a Genova i Dr. Zaius e continuare a suonare dal vivo. In realtà a noi piace andare a suonare in posti dove c’è il mare per fare il bagno, non siamo proprio una band organizzata che programma i tour e vive on the road, ci piace andare a fare i cazzari, sostanzialmente ogni data è in perdita perché compriamo troppi gratta&vinci in Autogrill. Chiamateci se i vostri concerti si svolgono in località turistiche, atrimenti non ci muoviamo.

Dr. Zaius: Noi volevamo pubblicare il disco e basta, covid o non covid. Forse in cuor nostro era anche un modo per esorcizzare il pugno in culo della pandemia (consci che a qualcuno possa pure piacere farsi mettere i pugni in culo, anche noi ogni tanto ci fistiamo al posto di provare, sempre dopo il bidè però). Se nei prossimi mesi non scoppia un altro merdaio (toccata di coglioni necessaria) ci piacerebbe un casino dividere il palco con gli Small Thing e suonare il più possibile in giro, magari anche all’estero.

Radio Punk: domanda pippone. Il punk tra le autoproduzioni, la politica, l’aggregazione è tutt’altro che semplice musica e chi ci segue lo sa quanto sconquassiamo i genitali con sta storia. Per cui… oltre la musica, ci sono delle battaglie, lotte, situazioni eccetera eccetera che vi stanno a cuore? (per i dr. zaius: vale anche difendere i Simpson / per gli small thing: vale anche difendere i dinosauri)

Small Thing: Monica combatte per l’anti-specismo e le bestie da prima che alcuni di noi nascessero, è la sua lotta e noi la sosteniamo suonando ai benefit per le bestie o in situazioni gestite da collettivi antifascisti. La band di per sé non ha una linea politica o una causa comune, non siamo nemmeno tutti vegani/vegetariani, anche se tutti amiamo gli animali. Forse il messaggio più concreto che diamo è quello di non svendersi per due spiccioli, ci svenderemmo volentieri per un mucchio di soldi.  Se vuoi una risposta più seria, credo per noi quattro sia importante la connessione tra le persone, le piccole cose che condividiamo, le situazioni semplici e sincere che solo il punk ti porta a vivere (Davidino che è dolcino ha aggiunto quest’ultima frase)

Dr. Zaius: Questo tipo di musica è di per sé stessa una presa di posizione. Autoprodursi – autopromuoversi ed autogestirsi – è sempre una presa di posizione, a maggior ragione nell’era ‘fluida’, dove chi produce musica e chi la ascolta sembrano spesso concetti privi di significato. Noi parliamo di ciò che viviamo, delle cose che vediamo, di quello che ci passa per la testa, perché è ciò che conosciamo, non ci piace avere filtri o sottotesti. Questo è e questo ti becchi. Il DIY per noi significa questo, semplicemente sentirci liberi. Poi magari quello che facciamo fa schifo eh, de gustibus! 

Radio Punk: rilassiamoci un po’, va! Aneddoti più grotteschi, rimborsi vergognosi, situazioni assurde e anche momenti fichissimi che avete vissuto suonando in giro.

Small Thing: Il rimborso più vergognoso è stato niente soldi + pagare noi la cena a 4 ore di macchina da casa. Le situazioni grottesche per noi sono la norma, nel senso che essendo quattro umani molto diversi ci troviamo sempre a guardare uno degli altri tre che fa qualcosa di imbarazzante. C’è chi litiga e piscia dentro i frigoriferi dei bar, c’è chi litiga e piange, c’è chi litiga e basta e c’è David che non litiga, poi ci portiamo sempre dietro qualche caso umano, zecche, indigenti, psichiatrici, skinhead, siamo tipo un circo. Suonando non abbiamo ancora vissuto situazioni belle perché il pubblico è sempre abbastanza perplesso quando suoniamo, tipo indifferente ahahhah. Poi ci fanno sempre dei gran complimenti, ma credo mentano, oppure siano spiazzati dalla voce gridata e dalla musica così tanto melodica, chissà. Quindi direi che la situazione migliore è stata quando Roccia ha vinto 200 euro al gratta &vinci andando alla Caserma di Livorno (ciaoDarione), pure suonare al mare a Porto Recanati è stato bello, più che altro per il mare (ciaoAngelo&Marco).

Dr. Zaius: Momenti fighissimi tanti, dal nostro primo mini tour con i Beelzebeat (“ok, la nostra scaletta volge al termine…” chi deve capire capirà) alla nostra data ad Imperia dove ci siamo divertiti come dei coglioni. Di grottesco, beh, abbiamo suonato per caso ad una festa per le nozze d’oro di due vecchi rincoglioniti, con tanto di speaker che ci presentava, una situazione fantozziana. Vabbè ste due mummie manco se lo ricorderanno. Sul capitolo “rimborsi vergognosi” potremmo scrivere un’opera omnia e farla pubblicare dal ‘reader’s digest’. Una volta ci è stato chiesto di farci altri quattro cinque giri di birre, di modo che così il locale arrivasse ad avere i soldi necessari per pagarci il rimborso. Menomale che l’amico che ci aveva organizzato la data ha fatto il miracolo, sennò andava a finire in schifìo. E forse è persino successo, chissà.

Radio Punk: Boh, qui di solito la gente chiede i progetti futuri ma lo abbiamo già fatto… Ah! Social e Spotify, che ne pensate? Sono il male assoluto o che ne pensate? E invece, webzine e fanzine, secondo voi hanno ancora senso di esistere visto che ormai la gente pare più interessata a fare festa e basta che ai contenuti? (detto da noi che siamo dei gran bibitari fa ridere). Noi ci abbiamo pure fatto un editoriale su! E oltre alla questione ‘zine, che ne pensate dei vari twitch, youtube utilizzati dai e nel punk?

Small Thing: Qualche giorno fa un amico mi ha detto “se c’è una cosa che il punk mi ha insegnato, e di cose me ne ha insegnate poche, è che non c’è nulla di sacro”. Credo che siano i modi più che il mezzo a far la differenza, se uno propone contenuti di spessore su Twitch ben venga, se lo usa per fare la star da due lire va bene lo stesso, ma il suo pubblico si autoselezionerà e verrà seguito da gente che comunque non è interessata ai contenuti validi. Migliaia di persone guardano i film degli Avengers, ascoltano musica commerciale e seguono contenuti superficiali e sarà sempre così, preferisco scrivere musica che reputo creativa (magari mi illudo eh!) e che piace a quattro persone, detto questo non dico che scrivere hit commerciali sia facile, anzi, però non ci proviamo neanche. Ma cosa mi avevi chiesto? Sono andato fuori tema..ah Spotify.. ma che ne so! Che domande del cazzo sono?

Dr. Zaius: Un mezzo non è né buono né cattivo, dipende solo dall’uso che ne si fa. L’indie è il male assoluto, specialmente quello italiano, cazzo che merda. Ghettizzarsi non è mai una scelta vincente, poter raggiungere molte persone a prescindere dalle distanze è una conquista che solamente ventanni fa sarebbe stata impensabile. L’importante è farlo bene e non finire a parlare di scarpe e marche di vestiti, sennò magiamoci tutti la merda che facciamo prima. Questi stessi discorsi venivano fatti anni fa, quando molte fanzine per fronteggiare la crisi del cartaceo migrarono sul web. Il mezzo conta fino ad un certo punto, l’importante è la passione di chi ci sta dietro. E, per concludere, Elon Musk è un pezzo di fango.

Radio Punk: Non avete milioni di uscite alle spalle, ma siete due band che negli ultimi anni hanno fatto uscire materiale e lo hanno fatto DIY, da sole e questo non è affatto semplice e scontato. Consigli che dareste a una giovane band? 

Small Thing: di non fare musica per farsi ascoltare dagli altri ma perché non ne possono fare a meno e sentono il bisogno di esprimere qualcosa di proprio, che al karaoke si può cantare solo Renato Zero o Sognando la California dei Dik Dik e che gli Small Thing sono un ottimo esempio di marketing da non seguire se si vuole avere successo visto che sono totalmente incapaci, sia musicalmente che a livello di promozione. Forse l’unica cosa di cui possiamo andare fieri è di non badare minimamente al lato commerciale della nostra musica e di non essere una sorta di punk rock karaoke ambulante, direi che per quanto il nostro sound possa non piacere a tutti ha una sua dignità e unicità, o almeno ci illudiamo che sia così ed è una cosa romanticamente ottusa illudersi di essere in qualche modo speciali, ecco, il consiglio che do è “illudersi” ahahah.

Dr. Zaius: Il DIY è un’amante esigente. L’autoproduzione significa dimostrarsi capaci di fare da soli ciò che comunemente viene delegato ad altri e richiede tanta voglia di sbattersi. È dura, si bestemmia un casino, si perdono soldi, sonno, tempo e pazienza. Ma onestamente, non c’è nulla che dia più soddisfazione. Lasciate le cover band a quei cinquantenni imbolsiti delle sagre, fate la vostra musica come piace a voi e fregatevene del resto. In secondo luogo, scopate e masturbatevi più che potete che è tutta salute. 

Radio Punk: Chiudiamo in bruttezza… birra o vino? Amari o Cocktail? Pizza o Pasta? Puntata preferita dei Simpson?
Daje regaz, grazie mille di aver risposto a noi strampalati, ci vediamo spero presto. Spazio libero per dire quello che vi pare sullo split, su di voi, sulla scena, su quello che vi pare! Ciao!

Small Thing: Amaro Camatti (L’ideale per i viaggi di mare), Pizza (revolution), per la puntata parlo per me (sempre Albe) direi quella di Ammazza che Mazza perché ci ha insegnato come taccheggiare senza farsi beccare, oppure Lisa che fa la tipa tosta in vacanza con i ragazzetti fichi che ci ha insegnato a non essere mai sé stessi perché sé stessi fa schifo. Se ci pensate ogni puntata dei Simpson ci ha insegnato qualcosa sui valori del punk ed è andato per secoli in onda sulla Fox, questo risponde pienamente alla domanda su Spotify. Sullo split dico solo che secondo me, copertina di Rash a parte, è molto bello, c’è il cuore, ci sono due band che non copiano i Derozer ma copiano comunque, quasi in modo imbarazzante, però copiano cose molto fighe. I Dr. Zaius sono meglio di noi, anzi meglio della maggior parte del punk in giro. 

Dr. Zaius: Birra e pizza, sicuro. Sulla diatriba cocktail vs amari la dottrina è controversa, dipende da quali cocktail e quali amari. Se sono gratis sono sicuramente buonissimi. Nel dubbio, altra birra. La puntata preferita dei simpson invece è un dilemma: abbiamo circoscritto il campo a “Homer alla battuta”, “Homer definito” e “Simpson’s Files” ma è davvero troppo difficile. Diciamo che only seasons from 1 to 11 are real. OUGH! Per finire, un ringraziamento speciale alla birra Moretti, alla Bavaria e alla Castello. Anche quelle scrause dell’Aldi son buone. Se ascolti Grimes sei un nemico del popolo, esattamente come lei. In the audi, too fast for polizia, ea porsea ga fatto i porsei. 

REMINDER:

Radio Punk è un progetto autogestito. Puoi supportarci dando un occhio al catalogo distro con dischi, libri, spillette e altro ancora, ma puoi anche partecipare alla nostra call con un tuo contributo su qualsiasi argomento inerente al punk, alle controculture o al DIY. Seguici su Telegram per non perderti i nostri contenuti!