immagine per articolo tales from the distro intervista middle finger

Tales From The Distro (EP.5): intervista ai Middle Finger

Nella quinta puntata di Tales From The Distro chiacchieriamo con i Middle Finger coi quali abbiamo fatto uscire il loro ultimo LP+CD “Abbiamo Ancora Voce”

Per quei vergognosi che non sanno cos’è “Tales From The Distro” vi spieghiamo brevemente che diavolo c’è saltato in mente di fare e perché. In pratica parliamo dell’uscita in questione, poi lasciamo la “parola” alla/alle band coinvolte nel disco con un’intervista e infine alleghiamo l’eventuale materiale che c’è riguardo quest’uscita. Il perché è semplice, volevamo supportare le band e allo stesso tempo parlare di dischi che avevamo contribuito a far uscire senza risultare auto-referenziali, ma semplicemente presentandolo e dando voce alle band.
Questi gli scorsi episodi:

IL DISCO:

Esce ad aprile 2022 “Abbiamo Ancora Voce”, album dei Middle Finger dalla provincia di Cuneo uscito in LP 12” con bustina CD incorporata. Grafica rossa, minimale e precisa con una bella tagliola che va a formare, girando il disco, un bellissimo “We Love Oi!”. Punk crestati e skinhead, formazione giovane e carichissima dedita ad uno street punk diretto, aggressivo e melodico al punto giusto. Testi working class dalla working class. Imperdibile! Abbiamo ancora una copia disponibile, ordinala qui!

Vi lasciamo all’ascolto e sotto alla chiacchierata con i Middle Finger!

TALES FROM THE DISTRO: Intervista ai Middle Finger

Radio Punk: Ciao, vi diamo il benvenuto nella nostra ‘zine! Raccontateci un po’ chi siete, come vi formate, quando, dove e perchè e raccontateci anche le vostre esperienze passate in altre band.

Ciao ragazzi! I Middle Finger nascono nel 2013 in provincia di Cuneo (la nostra provincia infame), le prime prove in saletta le abbiamo fatte a ottobre/novembre di quell’anno, tra l’altro nel 2023 festeggiamo i 10 anni della band e per l’autunno abbiamo una bella sorpresa in arrivo, ma non possiamo ancora svelare di più. L’idea iniziale di formare la band è partita da Marco (che agli inizi suonava il basso oltre che cantare) e Frenk (batteria) che ancora sono qua oggi e il primo chitarrista Simone con cui Marco aveva già suonato per un paio di anni in un precedente progetto punk che non era poi decollato in pieno (qualche concerto lo avevamo fatto ma poca roba). Ci conoscevamo tutti frequentando i concerti e la scena di quel periodo per lo più a Torino o ai concerti organizzati in provincia a Caramagna e Alba rispettivamente dalle crew “L’altra faccia” e “Alba Goes Punk” ora riunite sotto il nome di “Last one to die crew” di cui facciamo parte anche noi ormai da parecchi anni. Siamo partiti subito con le idee abbastanza chiare su ciò che volevamo fare, all’epoca avevamo circa 20 anni e parecchia voglia di urlare quello che pensavamo e che ci faceva incazzare…negli anni abbiamo avuto qualche cambio di formazione per motivi vari ma lo zoccolo duro è rimasto. La line up attuale, che ormai resiste da quasi 4 anni ci sentiamo di dire sia la migliore di sempre. Gli attuali chitarrista e bassista (Alberto entrambi) arrivano da esperienze precedenti in giovani band punk rock della provincia e ci siamo conosciuti perché hanno iniziato a venire fin da giovanissimi ai concerti che noi organizzavamo e ovviamente poi li abbiamo anche chiamati a suonare con le loro band. Sono passati ormai quasi 10 anni dalla prima volta che ci siamo trovati in una sala prove sgangherata della provincia granda, tante cose sono successe (belle e brutte) e ci sono stati molti cambiamenti ma la rabbia e la voglia di gridare il nostro dissenso per ciò che ci circonda ogni giorno sono sempre le stesse!

Radio Punk: Oltre alla parte musicale, avete fatto o fate parte di altri progetti, collettivi politici, etichette, altro ancora inerente la musica, la politica o il diy? Vi va di parlarcene?

A questa domanda abbiamo già in parte risposto sopra perché i collettivi collegati alla band sono stati fondamentali per la nascita della band stessa.

Io (Marco) e Frenk ci siamo conosciuti credo intorno al 2008 proprio ai concerti organizzati a Caramagna dall’allora “Altra faccia crew”…di lì a poco io insieme ad altri ragazzi ho creato un progetto simile nella città di Alba sotto il nome di “Alba Goes Punk”…si organizzavano concerti punk e all’epoca si partecipò anche a qualche iniziativa politica, avevamo anche una piccola distro di cd/vinili e abbigliamento…tutte cose mai viste in una piccola città provinciale chiusa e bigotta come quella di Alba. Dopo qualche anno ci furono problemi di vario genere per entrambi i collettivi (tanti ragazzi per vari motivi se ne sono andati ed economicamente si faticava molto a stare in piedi), con le forze rimaste ci siamo uniti ed abbiamo creato “Last one to die Crew” di cui fanno parte alcuni di noi con sede a Caramagna Piemonte, che tanti credono sia in provincia di Torino perché vicina a Carmagnola ma è situata sul confine in provincia di Cuneo. Oltre ad alcuni di noi fanno parte della crew Dario (cantante del Complesso, altra band punk della provincia nata prima di noi ed è quella che ci ha dato la spinta emotiva per iniziare a suonare), Giro (cantante dei Quarantena di Mondovì), Simo Calvo (cantante dei Flyng Disk di Fossano) e altri 3-4 amici della zona. Last one to die oggi organizza concerti punk e generi affini ed è anche una piccola etichetta discografica (non abbiamo una grande distro per lo più distribuiamo le nostre produzioni e co/produzioni), il tutto completamente diy senza aiuti e fondi pubblici.

Proprio in questi giorni con Dario si sta provando a fare un elenco di tutte le band (da ogni parte del mondo) che sono passate da noi in una piccola realtà provinciale dal 2008 ad oggi e si sta dimostrando un lavoro enorme e più complicato del previsto (perché tante locandine dei primi anni purtroppo sono andate perse e la memoria ormai è quella che è), inutile fare nomi ma vi dico che abbiamo superato le 500 band e il lavoro non è finito…

Oltre a tutto ciò una cosa bellissima è stata la nascita 3 anni fa circa del collettivo “I ragazzi fan da sé” a Racconigi (sempre in provincia) di cui fa parte il nostro bassista Alby Pavan insieme ad altri giovanissimi della zona nata proprio sulla scia di entusiasmo lasciata dal nostro lavoro negli anni e questo ci rende davvero fieri di non aver mai mollato anche nei momenti più difficili in cui sembrava impossibile poter proseguire (e le difficoltà sono state tante). I ragazzi gestiscono una sala prove (dove proviamo tra gli altri noi Middle Finger e Il Complesso) e hanno iniziato a organizzare i loro concerti in autonomia.

Radio Punk: Raccontate ai nostri lettori…Come nasce questo disco e quali sono i temi che affrontate maggiormente? Parlateci un po’ anche della copertina e delle grafiche?

Questo disco è il nostro secondo album e nasce durante il periodo delle restrizioni Covid, non si poteva suonare live e fare attività sociali e quindi ci siamo concentrati sulla produzione di questo lavoro (che comunque avevamo in programma di fare dal 2020). Le canzoni di “abbiamo ancora voce” parlano di quello che vediamo e viviamo ogni giorno, di quello che ci piace e ciò che invece disprezziamo, può sembrare scontato ma è così, non scriviamo testi su argomenti inventati e cose non provate sulla pelle o perlomeno vissute da vicino. I testi parlano di rabbia, frustrazione, solitudine, vita reale in provincia, la nostra amata e odiata provincia infame. Ognuno di noi deve trovare le proprie risorse per andare avanti e rendersi conto che ci sono altre persone come noi, con gli stessi problemi o problemi peggiori, tutti insieme siamo forti contro il grigiore e il conformismo che arrivano dall’alto e che ci vogliono sempre più allineati alle disposizioni imposte senza lasciare spazio all’iniziativa e alle inclinazioni personali di ognuno.

La copertina è tutto frutto del genio di un amico grafico (Fabio Camera in arte “Cambio”), ha ascoltato il disco in anteprima e ha partorito quello che è il risultato finale, ci ha colpiti e ci è subito piaciuta molto perché non era la solita copertina con foto della band o grafica elaborata…molto minimal e diretta come del resto lo sono le nostre canzoni, faccio un copia e incolla delle parole del grafico quando ci ha presentato il lavoro che mi sembra la cosa migliore:

Concept: I ragazzi sanno di avere una voce che difficilmente verrà ascoltata, ma sanno anche che più urlano e più hanno possibilità di farsi sentire. La voce dei ragazzi esce da una bocca che non si fa calpestare, non si fa mettere i piedi in testa. Perché se vengono calpestati sanno mordere.

La bocca dei ragazzi diventa metaforicamente nella cover una tagliola che urla il più forte possibile la propria voce e, se girata di 90°, un cuore dentato, il cuore della passione di chi fa musica indipendente e crede in un movimento (We ❤️ Oi!,), in modo da avere una cover che sappia comunicare da entrambi i lati di lettura.

Retro: Se dovesse piacervi il soggetto, nel retro pensavo di mettere – oltre a tracklist e loghi – anche un piede mozzato, di chi ha provato a soffocare la voce dei ragazzi.

Radio Punk: Quanto conta per voi l’aspetto politico inteso come insieme di idee anticapitaliste, antifasciste, antisessiste e do it yourself? 

Noi siamo una band anticapitalista, antifascista, anti sessista e totalmente diy anche se non abbiamo mai amato esporci con simboli e slogan specificatamente di stampo politicizzato.

Quello che pensiamo lo si capisce comunque dalle nostre canzoni, dalle nostre azioni e ovviamente dai posti e gli spazi in cui suoniamo e che frequentiamo.

Sicuramente è un aspetto fondamentale della band ma diciamo che forse ancora più fondamentale per noi in provincia più che l’aspetto politico è sempre stato unirci per aiutare i più indifesi, fragili, soli e oppressi da questo sistema dando a tutti loro la possibilità di riscatto (o almeno provandoci) e di sentirsi parte di qualcosa di importante. 

Tanti ragazzi e ragazze che non avevano magari amici e niente da fare (perché vi assicuriamo che da noi in molti paesi della provincia non c’è assolutamente nulla) ora vengono ai nostri concerti e si sentono parte di qualcosa. Ecco questo per noi è già aver raggiunto l’obbiettivo per cui abbiamo iniziato a suonare (almeno in parte lo è, per cose più grandi possiamo ancora fare poco). 

Tornando a parlare di last one to die il nostro motto è sempre stato “non sei un cliente ma sei parte della nostra crew”…forse in questa frase si racchiude buona parte di quello che facciamo.

Radio Punk: Fate finta che siamo a uno di quei programmi domenicali pessimi per anziani e diteci un po’ di voi! Fuori dalla band chi sono i componenti della band e che passioni e hobby hanno?

Ahahahah…fuori dalla band diciamo che buona parte delle passioni restano sempre nel settore musicale perché tra Middle Finger e le altre band (perché alcuni di noi hanno anche altri progetti), organizzazione concerti, gestione sala prove, produzione dischi e via dicendo siamo praticamente quasi sempre immersi in questo mondo. Ovvio poi purtroppo ci tocca anche lavorare perché non abbiamo la fortuna di vivere di rendita e la nostra musica volente o nolente non ci permette di avere entrate sufficienti per mandare avanti la baracca, oltre a queste cose non è che resti molto tempo libero. Qualcuno di noi fa un po’ di sport ma tutto a livello amatoriale…poi ovviamente ci piacciono la droga, l’alcool e le donne ahahahah.

Radio Punk: Raccontateci un po’ la scena delle vostre parti. Quali spazi, collettivi, band, etichette, ecc ci sono? Com’è la situazione rispetto a una volta? 

Qua in provincia quando siamo nati noi con band e collettivi di cui abbiamo parlato prima la situazione era abbastanza triste, diciamo che non c’era praticamente nulla, è anche quello che ci ha spinti a voler creare qualcosa. Forse l’unica etichetta diy attiva all’epoca era la TADCA di Cuneo che ancora esiste oggi capitanata dal mitico Alan degli Occhi Pesti (band Hc di Cuneo) e l’unico spazio occupato che ricordo ci si mai stato in provincia era il Babylon di Bra (avventura durata poco comunque). Come locali e spazi per suonare e per iniziative varie non ne parliamo, il nulla più totale. Oggi per fortuna qualcosa si sta muovendo e oltre a noi sono nate altre realtà diy nella zona e alcuni spazi-locali-circoli organizzano qualche concerto…diciamo che la situazione non è semplice come in altre zone o città ma tutto sommato oggi non ci si può lamentare…ragazzi che partecipano alle iniziative ce ne sono e questo è ciò che conta.

Per citare chi ci viene in mente al volo il bar Lui&Lei di Clavesana che organizza diversi concerti punk e hc nel corso dell’anno, i ragazzi della Brigante Records di Fossano, Amoeba concerti di Mondovì…tutte realtà con cui collaboriamo sempre molto volentieri (non si offendano se abbiamo dimenticato qualcuno).

Radio Punk: Cosa ne pensate delle piattaforme streaming e dei social? Possono aiutare o alla fine nonostante i buoni propositi rischiano di essere più deleteri che altro? 

Noi siamo favorevoli ad entrambi, nonostante i contatti sociali reali, i concerti e la musica su supporto fisico sia quello che preferiamo sempre e comunque crediamo che la possibilità di una maggiore diffusione e l’opportunità di poter raggiungere con la nostra musica facilmente e rapidamente i ragazzi in ogni parte del mondo sia da accogliere in modo positivo.

Ovviamente questo non deve sostituire i rapporti umani reali e le attività sociali ma deve essere una di più.

Radio Punk: Chiudiamo l’intervista con una domanda classica per chi ci segue. L’aneddoto più grottesco e quello più bello. Situazioni incredibili, rimborsi spese allucinanti e via discorrendo! Grazie ancora, alla prossima!

Eh qua ci sarebbe da scrivere un libro…diciamo che coi rimborsi spese per fortuna non abbiamo quasi mai avuto problemi, abbiamo anche suonato spesso gratis ma era deciso di comune accordo. Situazioni incredibili invece tante (per fortuna meno negli ultimi anni), posti in cui abbiamo suonato praticamente senza impianto voce e impianti non funzionanti ci sono capitati più volte. Le cose più assurde ma anche divertenti forse sono capitate quando abbiamo suonato in Inghilterra e Scozia, a Edimburgo abbiamo suonato ad un evento organizzato da una certa “Chaos Promotion”…e ci siamo stati per 2 anni consecutivi nel mese di maggio. Il primo anno l’evento era per festeggiare i 10 anni della crew (ten years of chaos promotion)….l’anno successivo vediamo la locandina dell’evento e c’era di nuovo scritto “ten years of chaos promotion”..il boss stava alla cassa con una cassa di birre e pisciava dentro una bottiglia non si alzava nemmeno per pisciare…vi lasciamo immaginare il livello, erano un po’confusi. Durante quel tour abbiamo anche perso le chiavi del furgone in una cittadina di nome Darlington…il panico, dal nulla è spuntata dopo ore una signora inglese che le aveva trovate per terra in strada e ci ha trovati (non so come) per portarcele.

In Svezia invece abbiamo suonato una volta a Stoccolma e diciamo che l’organizzazione lasciava un po’ a desiderare, dovevano venirci a prendere all’ostello dove dormivamo invece ci hanno abbandonati al nostro destino e abbiamo dovuto raggiungere il posto del concerto in taxi…il problema è che sto posto sembrava non esistesse, il tassista non lo trovava e non parlava nemmeno inglese, abbiamo girato un’ora col taxi per trovarlo….le madonne che son volate quella volta.

Grazie per le belle domande ragazzi è stato un piacere rispondere, viva il diy e viva RADIO PUNK!!!!  


DICONO DI LORO:

Per supportarci:

Siamo un progetto autogestito e puoi sostenerci attivamente, se ti va, in due modi:
-puoi dare un’occhiata al nostro catalogo e ordinare eventualmente dischi, cd, libri, spillette o altro ancora. 
-puoi partecipare alla nostra call sempre aperta con un tuo contenuto inedito.