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Percorsi sonori: la Bretagna

Viaggio in Bretagna tra punk e tradizioni, leggende e Natura selvaggia

La Bretagna è un triangolo di terra proteso nel mare all’estremo nord-ovest della Francia. E’ una regione francese ma è anche un mondo a parte, con una forte identità linguistica e culturale. Ogni cartello che troverete sulla vostra strada presenterà le indicazioni in due lingue, quella nazionale e quella locale, di derivazione celtica. Gli echi di questa cospicua eredità risuonano tuttora anche in ambito musicale. Proveremo quindi a intraprendere un breve viaggio in questa terra antica e magica, scandito dalla musica di gruppi che, pur rientrando nelle varie declinazioni del punk più o meno attuale, risentono delle influenze della musica tradizionale della regione. Siete pronti? Si parte!

Il mezzo ideale per un tour della Bretagna è l’automobile. A parte poche (relativamente) grandi città infatti, la regione è composta perlopiù da piccoli villaggi, che sono più comodamente raggiungibili con un mezzo proprio. In Bretagna non ci sono autostrade, ma in compenso i centri principali sono collegati da statali a scorrimento veloce, agevoli e gratuite.

Per darci la carica niente di meglio che suonare a tutto volume nello stereo l’hardcore feroce e potente dei Tagada Jones, band nata a Rennes (capoluogo della regione) nel 1993 e tuttora in attività. Ecco «Je suis démocratie», inno alla libertà di espressione.

Partendo da sud percorriamo la costa che si affaccia sull’oceano Atlantico, nota anche come Costa dei Megaliti. Vi ritroviamo infatti numerose vestigia di insediamenti preistorici: monoliti isolati (menhir) o disposti in circolo (cromlech), si stagliano a migliaia nel cielo bretone. Il sito più noto è l’allineamento di Carnac, che comprende fra l’altro il più grande menhir preistorico attualmente conosciuto. E, parlando di menhir, come non pensare ai leggendari Les Ramoneurs de Menhirs? Gruppo fondato nel 2006, coniuga punk e strumenti tradizionali sotto il comune denominatore dello spirito libertario. Ecco «La Blanche Hermine», ripresa in chiave punk di un brano tradizionale bretone.

L’ermellino bianco è uno dei simboli della Bretagna. Secondo una leggenda, l’animale preferì morire per mano dei cacciatori piuttosto che sporcare di fango il suo candido mantello e fu quindi eletto a rappresentare questo popolo indomito. «La Blanche Hermine» è anche il nome di una birra locale, naturalmente di tipo blanche, ossia di frumento. Se durante il nostro viaggio vogliamo concederci una pausa ristoratrice, possiamo abbinarla alle tradizionali crêpes dolci di frumento o salate di grano saraceno (galettes). Ascoltandoci il rabbioso combat punk dei Darcy.

Per gli amanti della Natura estrema, a questo punto è consigliabile fare un salto nella località di Quiberon, attraversando la penisola omonima. La striscia di terra è talmente stretta da coincidere con la strada. Percorrendola vedremo il mare alla nostra destra, alla nostra sinistra e davanti a noi, e file di alberi piegati dal vento sferzante. Uno spettacolo unico. Come colonna sonora possiamo affidarci a un gruppo originario proprio di Quiberon, Les Trois Fromages, che rientrano nel filone del punk ironico/demenziale, piuttosto diffuso in Francia e notevolmente apprezzato dalla sottoscritta. Ascoltiamo « La Galère d’un Pirate », che parla di pirati, sì, ma… informatici.

Percorsa tutta la costa meridionale, giungiamo alla punta estrema della Bretagna, la provincia del Finistère, finis terrae, la fine del mondo, dove la terra si getta nell’oceano. L’acqua appare densa, quasi solida, a perdita d’occhio, mostrando evidente la curvatura del pianeta (scacco matto, terrapiattisti!). E’ sconsigliabile fare il bagno, essendo l’acqua gelida anche in piena estate, dunque non resta che ammirarla nel frangersi selvaggio delle onde contro i numerosi fari che punteggiano la costa. Accompagnano la nostra visita due gruppi punk rock locali, i Matmatah con «La Fille du Chat Noir»…

… e i Merzhin con «Nains de Jardin»

E’ tempo di passare alla costa nord, quella che si affaccia sul Canale della Manica. Parte di essa è detta Costa di Granito Rosa: qui i massi scolpiti dalla forza del mare assumono bizzarre forme in cui ci si può divertire a riconoscere sembianze umane ed animali. E qui è particolarmente evidente il fenomeno delle maree, che nel giro di sei ore trasformano un tratto di mare in un suolo dall’aspetto lunare, un’isola in un promontorio. A proposito di maree possiamo ascoltare «Au Bistrot d’la Marée Basse» del gruppo Les Clébards, voce roca e punk rock da osteria.

Il nostro viaggio si avvicina alla conclusione, ma passando per la città di St. Brieuc non possiamo non incontrare i 22 Longs Riffs e il loro travolgente valzer hardcore, «una musica senza frontiere, senza violenza né barriere». Deliziamoci con «Balle Populaire».

Dulcis in fundo, come ultima tappa di questo giro della Bretagna, approdiamo nella splendida città di St. Malo. Il suo centro storico, cinto da mura monumentali, è interamente costruito su un’isola che offre un panorama eccezionale sulla baia. La città deve la sua fama all’essere stata dal ‘400 in poi uno dei più grandi rifugi di pirati d’Europa. Ce la lasciamo raccontare, in musica e immagini, dagli Strollad, uno dei più noti gruppi ska-punk bretoni.

Vi è piaciuto questo percorso sonoro? Scriveteci cosa ne pensate, e se avete qualche suggerimento per nuovi percorsi sonori.

Elvira Cuomo