negative approach milan di socs

D.I., Negative Approach, SOCS @Ligera, 26/7/2019

Una sauna hardcore in quel di Milano

Questo venerdì si prospetta una serata tutt’altro che tranquilla allo Spazio Ligera di Milano. A soddisfare i nostri cuori bramanti di hardcore ci saranno SOCS, Negative Approach e D.I.
Sarà tutto nuovo per me: dal posto dove non sono mai stata prima d’ora (sebbene sia a solo mezz’ora di macchina) alle band che non ho mai avuto l’occasione di vedere live, specialmente i D.I. (grazie al cazzo, l’ultima volta che sono venuti in Italia io manco ero nata).
Partiamo presto per la paura di non trovare più biglietti in cassa. Parcheggiato il bolide, ci immergiamo nelle grigie vie milanesi e mentre stiamo per raggiungere il locale vediamo tre ragazzi che vengono verso di noi con le valigie e subito pensiamo: “Ma chi cazzo viene qua a farsi le vacanze?”. Tempo dieci secondi e rimaniamo come il meme con i due Spiderman: erano alcuni membri dei D.I.
Riprendiamo a camminare sghignazzando come due pirla e arriviamo fuori il Ligera in pochi minuti. Mentre aspettiamo di entrare diventiamo la cena delle zanzare e ogni tanto vediamo uscire dal locale sia Brannon dei NA che Royer dei D.I. Indovinate chi è sempre troppo timida per chiedere una foto, mannaggia la mado.
Alle 21.15 entriamo nel locale e scendiamo nella “cantina” dove si terrà il concerto. Esteticamente è davvero bello, piccolo ma accogliente, l’arcata in mattoni e i divanetti ai lati ti sbalzano direttamente in un posto anni ’70.
Dopo circa un quarto d’ora i SOCS attaccano a suonare, dando inizio alla serata. Tirano fuori un garage rock ben riuscito e, seppur non sia una grandissima esperta del genere, un ascolto è più che consigliato. La band di questi tre ragazzi, formata nel 2007 inizialmente come duo, ora conta all’attivo quattro album di cui danno un bell’assaggio durante tutta l’esibizione. Iniziano con “TV Boy” e concludono con “Like a drive”. Niente male davvero, suoni puliti e melodie ballabili. Pur non avendo nulla a che fare con l’HC, ci sono stati a pennello come gruppo d’apertura, diciamo che hanno avuto l’onore di essere la quiete prima della tempesta. Come in un incontro di wrestling, i mascherati SOCS si aggiudicano il primo match. Ora tocca ai Negative Approach salire sul ring, ehm palco.
Brannon e soci prendono posto e la gente si prodiga sotto di loro. Partono a cannone con “Hypocrite” e si può già intuire che sarà un’esibizione di fuoco. Si crea un mosh cattivo e rabbioso, purtroppo qualche bastardo si diverte a stare dentro a gomiti alti e a sto punto decido di mettermi in piedi sui divanetti per salvaguardare la reflex e il secondo obbiettivo che io intelligentemente ho messo in un marsupio. Silvia, ma che cazzo pensavi di fare?! Nel mentre mi perdo un paio di canzoni, ma faccio in tempo a godermi dalla sommità del mio divanetto la condivisione del microfono tra John e i ragazzi sulle note di “Can’t tell no one”. Una scena hardcore allo stato puro. Si continua con brani come “Evacuate”, “Dead Stop”, “Live your life” e l’intramontabile “Ready to fight”. Il palco viene spesso e volentieri invaso dai kids e purtroppo, in men che non si dica, il set dei NA giunge al termine. Rimango abbastanza spiazzata perché non pensavo finissero così presto (circa mezz’ora), però pensandoci bene è un concerto hardcore quindi è giustissimo così. Un’esibizione tirata al limite dell’infarto, suoni graffianti e ritmi martellanti, poi Brannon che ti guarda con quegli occhi che pare abbia Pazuzu stesso in corpo ti fa rabbrividire. Come direbbe il mistico: che figata ragazzi.
L’aria qui dentro è diventata irrespirabile, quella che prima era umidità si è trasformata in una cappa di calore infernale, mi viene da tossire come se stessi facendo l’aerosol. È la prima volta che mi capita di sudare così tanto stando ferma, una vera sauna hardcore!
Veloce cambio di palco e i D.I. sono pronti a suonare davanti a noi dopo la bellezza di 25 anni. Iniziano con “On the Western Front” dal loro ultimo album datato 2007. Direi che si comincia alla grande, procedendo con vari sing along e tanta presa bene con brani come “Imminent War”, “Hang Ten in East Berlin”, “Amoeba” dove si è ricordato il buon vecchio Soto (lacrime), per poi passare a canzoni che li hanno resi celebri come “Johnny’s got a problem”, “Pervert nurse” e “Richard hung himself”. Ci becchiamo pure i complimenti di Casey che ci proclama uno degli audience più fantastici degli ultimi tempi. Giunti ormai all’apparente fine del concerto, tra gli applausi Royer esclama: “Siamo venuti fin qui dalla California, non possiamo andarcene cosi” e così ecco che intona “O.C. Life”, dedicata appunto alla loro California. Concludono seriamente con “Oc’s burning” lasciando il palco tra mille applausi. Ragazzi, che posso dire, sono stati egregi e spettacolari. I membri hanno una sintonia fantastica sia tra di loro che con il pubblico, da qui deriva la mia convinzione sul fatto che i californiani siano i migliori per quanto riguarda l’intrattenimento e l’interazione. Comunque si sente che Casey si porta dietro le melodie dei suoi vecchi Adolescents, forse anche per questo mi sono piaciuti così tanto. Speriamo che questa serata li abbia convinti a ripassare più spesso dall’Italia!
Usciamo finalmente dagli inferi per gettare la testa tra lo smog di Milano e belli pezzati ce ne torniamo a casa veramente soddisfatti della gran serata.
Ringraziamo Hardstaff Booking Agency e Lo Fi Milano per aver organizzato l’evento, le band e Spazio Ligera per aver ospitato la sauna devastante.

Live report e foto a cura di Silvia Pirotta
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