copertina dell'album goulamas'k luna roja

Torneremo a cantare e danzare sotto la Luna Rossa dei Goulamas’K

Con «Luna Roja» i Goulamas’K lanciano un rito propiziatorio carico di lotta e speranza

La luna rossa è un normale fenomeno astronomico. Ma la suggestione popolare, in diversi periodi e latitudini, ha attribuito al nostro satellite che improvvisamente assumeva il colore del sangue significati simbolici di volta in volta negativi o positivi. Da una parte, presagi di sciagure. Dall’altra, una fase di rinnovamento spirituale attraverso il potere dell’immaginazione.

Normalmente, ogni anno si contano dodici mesi lunari. Ma, essendo l’anno lunare più breve di quello solare, lo scarto di giorni si va ad accumulare fino a formare, ogni tot anni, un mese lunare in più: la tredicesima luna, altro evento assolutamente normale ma tradizionalmente associato a momenti di profonda crisi emotiva. Il 2020 è stato un anno con tredici lune, e nel 2020 è stato concepito il settimo album dei Goulamas’K.

Il gruppo, intimamente legato alle tradizioni popolari, da diversi anni a questa parte porta in scena mirabili esempi di contaminazione tra moderno e antico, punk e musica popolare, idioma nazionale francese e lingue cosiddette minoritarie come occitano e catalano. Ricollegandosi a queste tradizioni, ha voluto intitolare l’album «Luna Roja», per aggiungere simbolicamente una quattordicesima luna al 2020, una luna portatrice di un superamento della profonda crisi che affligge l’umanità e una speranza di rinascita.

«Luna Roja» è stato presentato il 26 marzo scorso durante una lunghissima diretta streaming. Nella prima parte, la band ha illustrato la nuova line-up e ha risposto alle domande dei giornalisti presenti e degli utenti collegati. Nella seconda parte, ha eseguito dal vivo i brani del nuovo disco alternati ad alcuni classici. Sia chiaro, come affermato anche dalla band stessa, un live streaming è soltanto un momentaneo ripiego e non potrà mai sostituire un vero concerto dal vivo. Ma in questo piccolo assaggio il carismatico frontman e tutti i musicisti hanno dato grande prova di abilità tecnica e carica emotiva e hanno sicuramente invogliato ad ascoltare l’album nell’attesa di reincontrarli il prima possibile in una vera dimensione live.

Ma veniamo all’album, composto di 9 brani cantati in francese, occitano e catalano. Difficile eleggere una traccia preferita perché sono tutte intrinsecamente legate tra loro e costituiscono un continuum omogeneo.

Con «Luna Roja» i Goulamas’K lanciano un vero e proprio rito propiziatorio, carico di lotta e speranza. Un rito magico che affonda le sue radici nella notte dei tempi. Un rito alchemico che fonde presente e passato, synth e strumenti tradizionali come gralla, bouzouki e sac de gemecs. Un rito ipnotico fatto di danze a piedi nudi intorno al fuoco, abbracci carnali e ritmi sensuali. I ritmi frenetici e ossessivi di uno ska-punk sanguigno intimamente intrecciato alla musica popolare di quel crocevia di culture che è l’Occitania.

Nei testi, intrisi come al solito di «rabbia e poesia», per citare il titolo di un precedente album dei Goulamas’K, si ravvisano gli obiettivi di questo rito.

Da una parte, scagliare una maledizione contro i principali responsabili dell’infelicità umana: il denaro, il capitalismo e la corruzione, le religioni e i loro propugnatori che seminano divisioni e odio, l’imperialismo militare, economico e culturale degli Stati Uniti. A tale scopo viene evocato lo spirito del grande capo apache Geronimo e la sua profezia, che vede la distruzione dell’America a causa della sua stessa sete di potere.

Dall’altra parte, creare un incantesimo che infonda agli uomini e alle donne la gioia di vivere e la voglia di lottare, e restituisca loro la forza di sognare un mondo migliore. Un mondo in cui si possa tornare a viaggiare, cantare, danzare, amarsi. «Se vogliamo possiamo danzare, se vogliamo possiamo cantare, canteremo e danzeremo sotto la Luna Rossa». Speriamo presto…

Elvira Cuomo

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