Intervista con gli Onoda

Eccoci qua con questa intervista agli ONODA, gruppo punk italiano che in questi ultimi tempi è stato super attivo, ma bando alle ciance e vediamo che hanno da dirci questi simpatici personaggi!

C: Canthc (voce)
R: Radio Punk

R: Ciao ragazzi, come descrivete il vostro stile?

C: Ciao e innanzitutto grazie per l’interesse verso di noi. Questa domanda è piuttosto facile, noi Onoda facciamo punk punto e basta, poi le etichette le lasciamo dare a chi ci ascolta, gli accordi sono quei quattro e l’attitudine è quella, c’è poco da girarci attorno, siamo una band punk.

R:  Piuttosto chiaro…Ci spiegate come mai il nome ONODA?

C: Onoda è il cognome di Hiroo Onoda, un soldato fantasma Giapponese che continuò a combattere da solo nella giungla delle Filippine per 30 anni dopo la fine della grande guerra semplicemente per il fatto che gli era stato detto di non arrendersi. Sono contro il militarismo ma la dedizione di questo soldato mi ha molto impressionato. Da qui se vuoi ci si può fare un parallelismo con noi membri della band che siamo tutti sulla trentina e nonostante tutto continuiamo a suonare, organizzare concerti, portare avanti progetti DIY e fare questa vita…come dicevano i Derozer ormai una ventina di anni fa. “alla nostra età invece noi suoniamo punk!”

R: Eh bravi, mai arrendersi! Ho saputo che recentemente siete stati in tour europeo,che ci sapete dire di più al riguardo?

C: Si ad Aprile siamo stati in tour Europeo assieme ai Four Season One Day di Palermo. E’ stata un esperienza molto intensa e devo dire che la risposta di pubblico è stata oltre le nostre aspettative. Abbiamo fatto un infinità di strada con alcune tratte che superavano addirittura i 1000km, dormito spesso in furgone o su qualche pavimento, fatto festa ogni singola sera e conosciuto tanti nuovi fan. Stare in tour è una figata punto e basta!

R: Progetti futuri, demo, live, materiale, altre iniziative?

C: Tra Agosto e Settembre avremo un po’ di concerti tra cui un tour Italiano con gli Olandesi Antillectual, poi a breve uscirà uno split su vinile assieme a Dear Dust, Low Serive e Malamute Kid, nel quale ogni band metterà un inedito ed una cover. Per Salad Days Magazine uscirà una compilation in cassetta a Settembre nella quale ci sarà anche un nostro inedito registrato appositamente per loro e nel frattempo e per l’anno nuovo stiamo preparando un tour oltreoceano…insomma non sono poche le cose che abbiamo da fare prossimamente.

R: So che siete di posti diversi (precisamente di dove siete se si può dire) e so anche che la domanda che vado a farvi è molto gettonata, ma come si fa a far funzionare un progetto con persone che vengono da posti diversi e come avviene il processo di composizione dei pezzi made in onoda?

C: Come dico ad ogni nostro concerto: “Ciao a tutti siamo gli Onoda e non veniamo da nessuna città in particolare” ed in effetti è vero infatti io vengo da Rimini anche se per motivi di studio sto spesso ad Urbino, Turi (batteria) è di Palermo ma ora vive a Milano, mentre Zed (chitarra) e Stanga (basso) stanno nella zona di Bologna. In genere ci vediamo prima dei concerti e ci prendiamo qualche ora per provare prima di salire in furgone, naturalmente le idee le sviluppiamo a casa ed in sala prove vediamo come suonano i pezzi con tutta la band. Per il momento questa formula sembra funzionare…a dire il vero non ho mai avuto nessun dubbio!!

R: Di che tematiche trattano le vostre canzoni?

C: Dei testi mi occupo io e le tematiche a dire il vero non sono proprio solari, attraverso questi infatti faccio trasparire il mio lato più oscuro, parlano di esperienze personali, solitudine, viaggi, sconfitte, rabbia, misantropia e nichilismo. Oltre al punk come genere sono molto vicino al metal più oscuro e forse le tematiche si avvicinano più a band di questo genere. A volte mi è stato chiesto perché i testi non parlano mai di tematiche sociali, io rispondo che prima devo capire come salvare me stesso, poi penserò al mondo…anche se sono piuttosto sicuro di non essere io il salvatore, anzi!

R: Siamo alla fine dell’intervista, grazie per il tempo che ci avete concesso e…Spazio libero solito,qualcosa da dire ai lettori di radio punk?

C: Siate voi stessi artefici della vostra scena punk locale, organizzate concerti, chiamate band da fuori e date spazio alle realtà locali, no nessuno vi verrà a dire grazie ma non state a lamentarvi in maniera inerme dicendo che non c’è un cazzo da fare, le sorti del punk rock dipendono da ognuno di noi e vedrete che un giorno capirete che ne sarà valsa la pena.
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