Punks, gondole e “Millions of Dead Cops” – Venezia, 26 luglio 2018

Affrontando un disperato viaggio nel bel mezzo della settimana (mercoledì 26 luglio), un manipolo di punx friulani si è ritrovato a confrontarsi con le consuete difficoltà che si pongono dinanzi a chi vuole recarsi nella capitale veneta: parcheggi proibitivi, autovelox e sbirri imbruttiti. Superate le peripezie e constatato numerose volte “quant’è bella Venezia”, ci siamo addentrati tra i vicoli, l’acqua torbida e i ponti ostici per recarci al concerto di Nana e dei celeberrimi MDC (conosciuti anche come Millions of Dead Cops, anche se la sigla è stata utilizzata per definire un sacco di altre cose bruttamente belle, tipo Millions of Damn Christians). L’evento benefit è stato organizzato dai ragazzi e dalle ragazze dell’ex-Ospizio Occupato, che meritano un sacco di complimenti e ringraziamenti, visto che seguitano a resistere e a lottare in una città colpita massivamente dalla gentrificazione. I/le ragazzi/ragazze hanno fornito baretto e banchetti con materiali e serigrafie DIY in quel di Santa Marta, in una sorta di campo da basket e il ricavato va ad aiutare gli inguaiati con la legge. Chiudo la presentazione parlando dei requisiti fondamentali per i numerosi avventori: no sbirri, no spie, no nazi-fasci e no omo-transfobici. In breve: no gente di merda.
Nana ci ha deliziato con una buona dose di disagio acustico e malinconia, tramite il suo folk indie-punk acustico. Per chi non la conoscesse, viene da Pescara e scrive pezzi a suo dire “bruttini” sulla sua vita, la sua sfiga, le cose e la gente. “Bruttine” o meno, le sue canzoni continuano a piacerci un sacco pur avendole ascoltate mille volte.
Per quanto riguarda gli MDC non dovrebbe neppure essere necessario introdurli essendo dei mostri sacri della scena punk statunitense, ma ci prestiamo comunque alle dovute presentazioni: è una band hardcore punk texana (Austin per i più puntigliosi) genuinamente politicizzata (infatti sono dichiaratamente legati all’estrema sinistra, sono anti-capitalisti, per i diritti animali e della comunità LGBTQ, anti-razzisti, contro ogni forma di discriminazione e di fascismo). Guidati dal memorabile Dave Dictor, rompono le scatole al potere dal lontano 1979 con uno stile tutto loro. In quest’occasione hanno rinunciato alla loro consueta potenza e all’hardcore e si sono presentati in versione acustica (restando comunque una band mirabolante oltre che energica), eseguendo anche canzoni/slogan come “No Trump, No KKK, No Fascist USA” (che peraltro è stata utilizzata anche dai Green Day…).
Brav* tutt*, bell* tutt*, non vediamo l’ora di tornare a Venezia visto che abbiamo stabilito che è un sacco bella!

Live report a cura di Alessio Ecoretti
Foto gallery di Benedetta Bassi Photography