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Anarchy from the UK: Crapfest 2022 a Liverpool e War on Women a Manchester

Report e video dal festival punk underground di Liverpool e dal Factory 251 di Manchester


In un periodo di intensi scioperi e proteste che stanno investendo molte città del Regno Unito, Manchester in primis, la nota anarchy in the UK riprende vigore e torna a proliferare (o forse lo ha sempre fatto) anche se più nascosta e meno sparata per circuiti mainstream. È questo il caso dell’annuale festival punk di Liverpool, il Crapfest, evento che già dal nome promette musica belligerante e senza fronzoli, organizzato e gestito dalla band locale dei Crapsons (formazione nata proprio dal festival) durante la giornata del 28 agosto 2022.

Le varie band si sono esibite in 3 dei tanti locali presenti su Seel Street, l’EBGBS, il Jacaranda Club e il Kazimier Stockroom, in un susseguirsi senza sosta di punk, hardcore, thrash metal, ma anche folk e punk acustico. Sì, perché la caratteristica di questo festival è stata quella di non proporre un solo genere musicale, come spesso avviene in altri ambiti, ma di dare spazio a un’ampia gamma di stili musicali, con il punk-rock e la protesta come comuni denominatori.

Non è stato possibile documentare tutte le band, ma da quello che si è riuscito a filmare la proposta è stata appunto molto variegata e interessante: si passa dai brani acustici di Kieron Dyson, che prende di mira i soliti immancabili Tories con Downing Street Christmas Party e Priti Vacant (dedicato all’attuale Ministro dell’Interno Priti Patel), fino al punk più viscerale degli Spam Javelin, Crapsons, Pat Butcher e i più ironici Leech Bleeders che dedicano anche un brano al fregare resti di birre rimaste incustodite (dregs of a pint) quando si è al verde.



La band dei Piss Kitty si presenta sul piccolo palco dell’EBGBS col piglio e la sfrontatezza giusta, ma per tutto il primo brano la bassista dimentica di collegare il cavo al pedale e il primo video rimarrà nel mio hard disc personale, per quando vorrò farmi due risate. La band si riprende bene, anche perché è un festival punk e queste cose ci stanno, e prosegue con un ottimo live.


Gli Healthy Junkies, forse la band più nota del Festival, si presentano in duo acustico e sfruttando la
cantante francese producono una versione punk acustica de La Vie En Rose, oltre a una molto convincente rivisitazione del loro brano Copycat. Un po’ di thrash metal ce lo regalano gli Emissaries of Syn nel minuscolo palco del Jacaranda, mentre una menzione particolare va fatta per Thunder and the Giants, band con un punk più cantautoriale e con rimandi a Pulp e The Cure (per molti versi simile alla proposta dei romani I Fuoricorso). Eh sì, perché più ci si sposta e più ci si rende conto che la proposta musicale di Oltremanica non è così diversa da quella dello Stivale e di altri paesi. Il mondo è paese e il punk pure.


Il discorso musicale di Manchester invece viaggia a ritroso alla riscoperta del noto locale The Haçienda,
ormai un semplice complesso abitativo, reso però sempre più leggendario negli anni anche grazie al recente libro di Peter Hook, bassista dei Joy Division e dei New Order, intitolato “How Not To Run A Club”. Il locale ha da qualche anno una nuova versione, in zona non lontana dall’originale, con la denominazione di Factory 251 che rimanda ovviamente all’etichetta discografica Factory Records di Tony Wilson che insieme ai New Order (ovvero unicamente con i ricavi dei loro tour…) tentava di portare avanti tra irragionevoli perdite il vecchio locale.

Nel nuovo locale si è esibita il 20 agosto 2022 la band americana War on Women, con in apertura il duo al femminile delle Deux Furieuses. La band di Baltimore nel Maryland propone un mix di punk e hardcore dal forte impatto sonoro e visivo e tematiche femministe e anti-establishment, con la frontwoman Shawna Potter che non nasconde il suo disgusto per la sconcertante svolta antiabortista avvenuta di recente negli Stati Uniti.


Emarginazione, ghettizzazione e misoginia emergono nei testi e nella potenza sonora della band per 3/5 al femminile con la cantante alla ricerca di nuove “reclute” per fronteggiare la “War on Women”, la guerra in atto contro i diritti delle donne. Sicuramente un bel live di una riot-girl band molto interessante, ma anche non semplicissima da gestire a livello sonoro (con una cantante però molto brava a non farsi sommergere dall’impeto chitarristico).

Più semplice il discorso volumi invece per il duo in apertura: le Deux Furieuses sono la scozzese Ros Cairney (voce e chitarra) e la batterista greca Vas Antoniadou che propongono un post-punk in stile PJ Harvey e non a caso il loro primo lavoro è stato prodotto proprio da Rob Ellis. Il loro brano “Bring Down The Government” ci sembra essere il giusto mantra in vista di chissà quale prossimo governo ci cascherà addosso. Stiamo meglio così, senza un governo? Probabile. Dalla terra dell’anarchia (per ora) è tutto.

Report e video di Emiliano Liberatori

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