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Intervista a Ivan Lo Mauro

Chiacchierata con Ivan Lo Mauro, che fa veramente un sacco di cose!

Cantante, bassista, punk, allestitore floreale, militante, vegetariano, assistente per le mongolfiere, appassionato di calcio, postino, ristoratore veg e produttore di dischi… Pensate che tutte queste cose non possano coesistere in un’unica persona? Avreste ragione in linea teorica, ma qui stiamo parlando di Ivan Lo Mauro! Personaggio fiorentino incredibilmente attivo e conosciuto per suonare con Carlos Dunga, Turn Back Time, Gum, Heil Hidiot, Serpe, Macerie, XDeloreanX, Iena, Destinazione Finale, Morgana e per far parte di collettivi come CSA Next Emerson, Corsica 81 e Nuovi Rumori. Ha inoltre fatto uscire diversi dischi con la sua Satan’s Penguin Records. Iniziamo con l’intervista!

Radio Punk: Ciao Ivan! Grazie per essere qui. Hai fatto parte di tantissime band, collettivi e progetti. Qual è la spinta principale che ti porta ad essere così prolifico? Come diavolo riesci a fare tutte queste cose con questa enorme energia? La tua giornata dura 24 ore come i comuni mortali???

Ivan: Allora, prima di tutto vi ringrazio per le bellissime parole, che mi fanno passare come un super uomo: cosa che in realtà non sono!
Ho fatto parte di diverse band, progetti, collettivi… semplicemente perché non sono di primo pelo, suono organizzo e milito da quando ho 18 anni e ne sono passati 16 da quando ho iniziato!
La mia giornata è come quella di tutti, ho sempre lavorato in maniera non continuativa, soprattutto facendo “stagioni lavorative”, immergendomi in mesi di lavoro intensi, che ti ripagano di altrettanti mesi in cui non lavori. Quindi nei momenti di riposo avevo tutta la giornata libera per poter fare le cose che mi piacciono!
E poi una buona dose di riuscita è data dalla voglia di fare, se dovessi fermarmi, semplicemente morirei!

Radio Punk: Quando e come hai iniziato ad interessarti al diy, al punk e all’ambiente politico?
Ivan: Ho iniziato, come dicevo prima, intorno ai 18 anni, fra la fine del liceo e l’inizio dell’università.

Non mi riconoscevo molto nel modo di pensare dei miei compagni di scuola, mentre le persone con cui uscivo erano legati al punk e al metal e ci scambiavamo dischi, opinioni…così insieme ci siamo avvicinati a certi ambienti. Il nocciolo duro della “compagnia” di quel periodo suona ancora, frequenta attivamente certi ambienti ed alcuni di loro sono amici miei dalle elementari.

Radio Punk: A Firenze ci sono diversi spazi e realtà tra band e collettivi. Come si rapportano fra loro? Come si è evoluta la scena rispetto a quando hai iniziato a muovere i primi passi e qual è stato il periodo più figo che ti ricordi della scena fiorentina?

Ivan: Sì, Firenze è per fortuna abbastanza piena di realtà e situazioni, certo non è Berlino ma non possiamo lamentarci dai. Diciamo che, come in ogni posto, ci sono stati scazzi tra realtà, e sicuro in futuro ce ne saranno altri. Semplicemente perché siamo esseri umani, imperfetti. Resta il fatto che aldilà di alcuni spiacevoli inconvenienti le realtà hanno sempre dialogato e combattuto il nemico comune. 
Gli anni migliori secondo me erano intorno al 2010. In quegli anni siamo riusciti a fare dei gran concerti come il sons of vesta fest (per citare alcuni nomi: Celeste, La Quiete), a far suonare i vitamin x, i wolfbrigade, i Running speed, gli Off with their heads e molti altri!

Radio Punk: Avendo suonato in millemila situazioni, qual è la più assurda in cui ti sei trovato? E quale ricordi con più piacere invece? Noi ad esempio ricordiamo con grandissimo piacere quando sei venuto coi Carlos Dunga a Pordenone, pochi ma buoni come si dice!

Ivan: Si la data a Pordenone la ricordo anche io perché esagerai un po’ (anzi molto) con il vino. Le situazioni assurde vissute in giro sono diverse, potremmo scrivere dei libri, ahsdhashd. Cito alcune situazioni che mi vengono in mente, così, de botto (cit.): quando durante il primo tour che facemmo 15 anni fa arrestarono membri della band in Olanda perché trovati in possesso di troppa erba, quando in Indonesia ci hanno portato ad uno spettacolo di spogliarelliste, quando in Francia dei “finti sbirri” ci rubarono dei soldi, quando ci scoppiò il motore del furgone nel bel mezzo della Serbia, poi case assurde, persone assurde, posti assurdi, usanze assurde…

Radio Punk: Domanda spinosa: cosa ne pensi di chi vuole provare a vivere o meglio sopravvivere di punk e autoproduzioni? Molto spesso ci siamo trovati a discutere di questo dilemma con tante altre persone e la risposta varia di volta in volta…

Ivan: Io conosco qualcuno che vive di “autoproduzioni”, all’estero è una cosa molto più comune che in Italia, anche se in Italia c’è più di una persona che ci vive grazie a ciò. Io penso che prima di tutto bisogna fare i complimenti a chi si butta in un esperienza del genere, può essere un bel salto nel vuoto. A seguito di questi complimenti penso si capisca che non giudico negativamente tale esperienza, anche perché chi lo fa non è sicuramente uno sprovveduto dal punto di vista ideologico. Se sei punk, con tutte le implicazioni negative e positive che vuol significare, sei punk anche se campi di autoproduzioni, solo che non fai un lavoro di merda, ma ciò che ti piace. E poi alimenti e foraggi l’ambiente che ami, producendo cose che piacciono a chi frequenta l’ambiente. Se poi pensi che vivere di autoproduzioni sia una merda, fai come si fa con le grandi multinazionali: boicotti e non compri da chi lavora con queste cose.

Radio Punk: Ma come cristo sei finito a fare l’assistente di mongolfiere? È bellissimo come sembra?!

Ivan: ahsdhahsdhasd, dipende, come tutte le cose. Ci sono finito perché il batterista Carlos Dunga e Serpe (Giuliano) ha il brevetto per poter guidare le mongolfiere, quindi è lui quello che fa la cosa figa, io dovevo solo seguire il volo del pallone per poter recuperare chi c’era sopra e riportarlo al punto di partenza. Adesso sono anni che non guida più e fino a giugno lavoravamo assieme in una ditta di allestimenti floreali.

Radio Punk: c’è sicuramente un sacco di gente che vorrebbe intervistarti e noi abbiamo appena sprecato una domanda per chiederti robe sulle mongolfiere… Torniamo a noi. Tutti i gruppi dove suoni, pur rimanendo nel punk sono diversi tra loro. Volevamo chiederti, qual è il tuo sottogenere preferito? Ascolti anche altro oltre al punk? Ti piacerebbe provare a fare qualche progetto completamente diverso?

Ivan: Vabbè non è una domanda sprecata dai! Comunque si ascolto tanta, forse troppa, roba diversa. Non ho un sottogenere preferito, ascolto molto in relazione a come mi sento, a cosa devo fare: ad esempio se guido metto sicuro del punk rock/hc melodico perché è perfetto secondo me mentre si viaggia. Forse il “sottogenere” preferito è il punk/hc old school, diciamo che i classici degli anni 80 suonano sempre attuali e hanno lo stesso fascino anche dopo 1000 ascolti. Oltre al punk ascolto tantissimo Metal, ma anche roba più rock, insomma se c’è la chitarra elettrica in genere mi piace, ahah. Ovviamente mi piace molto il rap, anche alcune cose nuove non mi dispiacciono (la trap per capirsi). Mi piacerebbe molto provare a fare del rap, ogni tanto faccio delle basi, ho qualche testo, prima o poi farò qualcosa di reppuso di sicuro.

Radio Punk: Hai fatto parte di collettivi DIY ma anche politici. Viviamo una situazione molto ostile, con la repressione pesantissima e diversi spazi, non solo occupati, messi seriamente in crisi. Pensi si debba cambiare qualcosa nel movimento antifa? Come possiamo fare a sopravvivere e tornare all’attacco? Credi che la musica possa essere un valido alleato per risollevare la situazione?

Ivan: La musica è un fattore aggregante, quindi può risollevare la situazione sicuramente! Si purtroppo la repressione e la mancanza di interessi verso certe tematiche hanno portato il nostro ambiente ad essere sempre meno popolato e quindi con meno “potere”. Non saprei come poter cambiare la situazione se non avvicinarsi alle persone e non arroccarsi nei nostri spazi, so che è difficile ma penso che sia l’unico modo. Magari provando ad avvicinarsi in maniera più soft, meno riot per capirsi. Tanta gente vive le nostre preoccupazioni per il futuro, dobbiamo far capire che non siamo una realtà isolata, e che aggregandoci possiamo riuscire a cambiare il corso degli eventi.

Radio Punk: Siamo alla fine, ti ringraziamo tantissimo e la chiudiamo con un argomento più leggero. Sappiamo che sei appassionato di calcio. Andavi in curva regolarmente? Cosa ne pensi del movimento ultras e di una realtà incredibile della tua zona quale il CS Lebowski?

Ivan: Sono appassionatissimo di calcio giocato fin da bambino e ogni tanto sono andato allo stadio a vedere la Fiorentina. Quando, dopo il fallimento, siamo tornati in serie b trovai un abbonamento in terra allo stadio e mi feci ¾ di stagione in curva fiesole, fu una vero colpo di fortuna quello! Non mi sono mai avvicinato al movimento ultras della squadra della mia città, ma ho sempre apprezzato e sostenuto il Lebowski. I ragazzi e le ragazzi della Curva Moana Pozzi hanno da sempre fatto un bellissimo lavoro sul territorio; qua si torna a come poter avvicinare gente ai nostri ambienti, con tematiche più leggere: loro ci sono riusciti alla grande, forgiando una notevole massa critica nei confronti della società. 

I preferiti di Ivan Lo Mauro:

Abbiamo deciso di inserire i preferiti di ogni intervistato alla fine dell’intervista. Allo scopo di conoscere qualcosa di nuovo e farsi un’idea sui gusti del nostro ospite, che potrebbe addirittura stupirvi. Ci sarà spazio per album, film, libri e progetti intesi come ‘zine, programmi radio, progetti d’artigianato, collettivi, altre etichette e altro ancora. Questi i preferiti di Ivan Lo Mauro!

Album: Negazione – Lo spirito continua
Film: Ritorno al futuro
Libro: Murakami – 19q4
Progetto: T.V.O.R.

Reminder

Radio Punk è un progetto autogestito. Puoi supportarci sia chiedendoci il catalogo distro di dischi, CD, libri, spille autoprodotte, sia partecipando alla nostra call con un articolo, un disegno, una foto e altro ancora che riguardi il mondo del DIY.

Intervista a cura di Tom e Zoe
credit photo: Andrea Stoppa