Recensione: Iena – La morte chiama

Andare avanti, senza fermarsi, Oi!

Quando un gruppo lavora bene e spacca si percepisce nell’aria, iniziano a girare commenti positivi, nei flyer dei concerti si ripete il loro nome, i dischi si scambiano e si crea un grande interesse intorno al loro lavoro. Questo è decisamente quello che stà succedendo agli Iena, freschi dell’uscita per S.O.A. records e Timebomb records del loro disco La morte chiama.
Il trio di Firenze che annovera membri di Carlos Dunga e Bomber 80 ci tira un anfibiata di Oi punk moderno, diritto e senza compromessi.
Il genere in Italia è stato più volte riscoperto e metabolizzato in diverse sfumature, dai Nabat agli Erode agli antipodi, dalla Klasse Kriminale e Los Fastidios alla fine dei 90, dai Bull Brigade negli ultimi anni tanto per citare alcuni esempi più esposti.
La sensazione che qualche cosa di nuovo e veramente forte stia crescendo è reale, dopo il successo dei Plakkaggio questa è un uscita sicuramente da sostenere a pugni alti, lo stile ha delle influenze d’oltralpe dove molti gruppi simili si stanno confermando, gli stadi, le Fred and Perry, la politica e i capelli rasati per un secondo cedono il passo a tematiche più cupe e nichiliste, la decadenza dei valori generali di questa nuova società “con il sangue agli occhi” è tangibile nei testi degli Iena, non troviamo allegria e birre ma un abisso nero che ci trascina a fondo fino a quando “la morte chiama”, un fondale fatto di dipendenze, condanne e sconfitte. Il linguaggio usato è semplice, immediato e permette di metabolizzare anche in maniera ironica i contenuti, lasciando un senso di rabbia positivo, energia pura.
Il primo pezzo parte come una locomotiva, la scelta di avere tutti un microfono paga perchè quando parte la voce è già coro, ogni parola arriva come un pugno nello stomaco e la base granitica completa il ko, ammiro sempre chi riesce a proporre testi in italiano di livello, senza cadere nella retorica.
Non ci sono cambi di tempo improvviso, non ci sono assoli, canzone dopo canzone si procede uniti a testa bassa pogando davanti allo stereo, la chitarra ha un suono tagliente ma con dei bassi decisamente ben bilanciati, una gran bella registrazione.
Già dal primo ascolto i ritornelli rimangono impressi a fuoco e sfido a non ripeterli a squarciagola, da “Iena” a “il bacio della morte” con un riff molto carico, fino a “contro la città” a mio parere la canzone migliore del lotto.
Oltre a giri di ispirazione street emergono anche richiami heavy per appesantire il tutto dopo il sinistro suono della campana in “cheval de retour” e scoppiare in un finale potentissimo.
Suggerito l’acquisto del vinile, curato e uscito in 2 versioni, non lasciatevelo perdere, sicuramente una band che in futuro si confermerà a livelli sempre più alti.

voto 8/10

Recensione a cura di Mauro “Glue”